Quando ti spengono la luce


Avete presente l’imprevisto non prevedibile? Avete presente quando preparate qualcosa per un evento, a cui tenete tanto, e succede l’imponderabile? 
È successo. 
Siamo a Licata, alla cerimonia della quinta edizione del premio letterario Raccontami o Musa. Una serata splendida, ricca di emozioni, raccolta, di una semplicità disarmante. 
Intervengono tutti quelli previsti in scaletta. Tutto funziona alla perfezione. Intervengo pure io chiamato da Angela Mancuso (direttrice artistica e presentatrice) nella mia veste di presidente di giuria. Intervengo ancora io chiamato da Angela Mancuso come lettore dei racconti arrivati sul podio tra il secondo e terzo posto. Intervengo sempre io come amico e supporter e babbiatore. 
Suonano le ospiti musiciste. 
Parlano Lorenzo Alario nella qualità di presidente di Musamusia (associazione organizzatrice) ed Egidio Terrana direttore di Malgrado Tutto partner del premio. 
Tutto ok. Magnifico. Fila liscio ogni momento. L’amplificazione arriva pure a Taormina che ci applaude, come i presenti. 
Angela Mancuso mi chiama poi a sorpresa, stravolgendo la scaletta, come autore di un monologo, Noi anime fragili, scritto da me per l’occasione e dedicato alle persone vulnerabili, rotte, per una violenza subita, o anche per un’apparente angheria. Leggo le prime pagine che sono solo la preparazione delle seconde pagine e nel momento di salita alla massima tensione si stacca la luce, si spegne l’amplificazione. Non mi funziona più il microfono. Attendo qualche minuto. Il fonico prende l’iniziativa e accende la lucina del suo cellulare e si mette alle mie spalle. Decido di riprendere, pur con la tensione narrativa spezzata. Leggo qualche rigo e ritorna la luce. Mi danno di nuovo il microfono. Ma ormai tutto è svanito. 
Sento una lama attraversarmi il petto in una serata tutta dedicata alle anime fragili e frangibili e a quanto di terribile accade in Afghanistan. Come un trauma, la tensione si rompe e finisce lì. Almeno per me. Perché poi recitano Luisa Biondi e Cettina Callea e rifunziona tutto a meraviglia. 
È la prima volta che mi capita. Mi è dispiaciuto, non l’ho nascosto e non lo nascondo. 
Un complotto ad orologeria contro di me e contro quello che avevo da dire e che alla fine non ho detto? 
Ma mi rifarò e avrò dalla mia parte i più potenti gruppi elettrogeni del mondo.
Raimondo Moncada

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