Il Siciliano Lingua Ufficiale Siciliana

Mi hanno fatto vergognare perché da piccolo parlavo la lingua siciliana. Adesso la Commissione Cultura dell’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato un disegno di legge per studiare e parlare l’antico idioma a scuola. Matri! Matri! Matri! Vorrei ritornar bambino ed esaltarmi nella mia lingua madre, espressione del sentimento, estensione del mio essere! Ma mi chiedo: non ci potevano pensare prima, quando ero piccolo e già possedevo, padroneggiavo, cantavo, poetavo, litigavo, amavo in lingua siciliana? Ora che parlo, scrivo, mi esprimo, dico parolacce in italiano dovrò di nuovo resettarmi e ricominciare da capo. 

E che debbo fare? La lingua è l’anima di un popolo e non possiamo lasciarla morire. Diceva il grande poeta siciliano Ignazio Buttitta nella lirica “Lingua e dialettu”: Un populu diventa poviru e servu quannu ci arrubbanu a lingua addutata di patri: è persu pi sempri. Diventa poviru e servu quannu i paroli non figghianu paroli e si mancianu tra d’iddi. 
Il disegno di legge è stato proposto dal parlamentare Nicola D’Agostino. L’iniziativa ha spaccato professori, intellettuali, scrittori. C’è chi si è dichiarato favorevole e chi contrario. I critici parlano di un processo di leghizzazione, in contrasto con il valore di una lingua comune, l’italiano, che ha unito il paese. I favorevoli parlano di un dovuto tributo alla storia, alla letteratura, alle tradizioni, alla lingua (e non al dialetto) della Sicilia. 
“Si tratta – ha commentato Nicola D’Agostino – di un grande risultato, che sancisce nell’ambito di applicazione delle leggi nazionali, l’autonomia scolastica della nostra isola prevedendo l’insegnamento della lingua siciliana nelle nostre scuole. Un passo avanti verso il compimento dell’autonomia nel recupero della tradizione culturale. Un ringraziamento alla commissione che ha approvato all’unanimità il provvedimento e a tutti i partiti che hanno accolto senza partigianeria per quella che è: una legge a costo zero per la Regione che intende consentire alle future generazioni di avere una migliore conoscenza della nostra storia e consapevolezza del perché dei nostri ritardi e del potenziale economico e sociale”. 
L’assessore regionale per l’Istruzione e la Formazione professionale, Mario Centorrino, ha salutato con favore il voto della Commissione Cultura dell’Ars. “L’opportuno e tempestivo disegno di legge – ha dichiarato Centorrino – istituzionalizza, ed era più che mai necessario, programmi formativi già svolti in gran parte delle scuole dell’isola ed elaborati in risposta a precise linee guida elaborate da quest’assessorato con l’apporto di esperti del tema. Si viene così a realizzare, sotto un profilo legislativo, uno dei punti programmatici della politica scolastica di questo assessorato nel contesto dell’azione riformatrice del governo Lombardo. Il modulo D’Agostino, infatti, non riguarda, se non all’interno di una narrazione più complessa, l’insegnamento del dialetto, ma piuttosto quello della storia della Sicilia, della sua letteratura, della sua lingua”. “Inoltre – ha sottolineato l’assessore – sarà presto integrato dalla proposta di altri moduli didattici così da completare il ‘pacchetto’ affidato dalla legge Moratti sull’autonomia della Regione. Le ipotesi sulle quali si sta lavorando sono il rafforzamento della conoscenza delle lingue straniere e dei saperi scientifici. Sempre che questo non appaia a critici intransigenti un ulteriore espandersi in Sicilia della filosofia leghista, come un’imitazione di seconda mano. Sia il modulo D’Agostino che il ‘pacchetto’ in via di definizione, godranno della migliore consulenza possibile nella fase di implementazione e sperimentazione: quella dei presidi e docenti, il vero ‘oro nero’ della Regione siciliana, quotidianamente impegnati tra mille criticità in un’azione formativa continua, efficace, appassionata”. 
Ecco il testo integrale del disegno di legge DISEGNO DI LEGGE DI INIZIATIVA PARLAMENTARE 
Art. 1 Insegnamento della storia della Sicilia e dell’identità siciliana nelle scuole 1. La Regione Siciliana riconosce il valore culturale e didattico della conoscenza della Storia della Sicilia e dell’identità siciliana e ne promuove l’insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado. 2. All’insegnamento delle materie di cui al comma 1 è riservato un modulo didattico di due ore settimanali da proporre sia con lezioni frontali sia con attività di laboratorio ed attività sperimentali all’interno dei piani obbligatori di studio, in accordo con la normativa nazionale ed ai sensi della Legge 53/2003. 
Art. 2 Provvedimenti Attuativi 1. L’Assessore regionale dell’Istruzione e della Formazione professionale, con proprio decreto, da emanarsi entro novanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, adotta i provvedimenti attuativi della presente legge. 2. I moduli didattici dovranno tener conto della storia della Sicilia dalle sue origini sino ai tempi odierni, con approfondimenti critici e confronti fra le varie epoche e dominazioni, sull’avanzamento sociale, economico e culturale del popolo siciliano. In particolare, si dovrà tener conto della posizione della storiografia dall’Unità d’Italia fino alla fine del XX secolo, utile ad acquisire una conoscenza più completa e critica del periodo, anche attraverso uno studio approfondito dello Statuto della Regione siciliana. 
Art. 3 Copertura finanziaria 1. Agli oneri finanziari derivanti dall’applicazione della presente legge si provvede a decorrere dall’esercizio finanziario corrente con gli stanziamenti che sono individuati nella competente unità previsionale del bilancio regionale relativa al funzionamento delle Scuole e alle attività didattiche. 
Art. 4 Norma finale 1. La presente legge sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana. 2. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione.
Raimondo Moncada

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