
L’incipit del servizio sullo humour del caro estinto lo dà ancora una volta il libro di Raimondo Moncada “Ti tocca anche se ti tocchi”, edito dalla Csa Editrice, diventato ormai un cult del genere. Il pezzo, molto documentato e divertente, firmato daGraziella Bazzan, scrive: “Ti tocca anche se ti tocchi” è il titolo di un libro e contemporaneamente un modo un po’ bizzarro per introdurre il discorso sull’evento degli eventi che coinvolge indistintamente ogni essere umano. La morte è senza dubbio un grande mistero e la tomba è l’unico tramite che unisce i defunti ai viventi costituendo “quella corrispondenza di amorosi sensi, che ci fa credere, finché siamo vivi, che qualche cosa di noi sopravviverà nel ricordo dei nostri cari”.
Il servizio fa una carrellata di epitaffi strambi, ironici, sorprendenti, incisi sulle lapidi al camposanto, che suscitano ilarità in un contesto, il cimitero, che di ilare non ha niente. Anzi. Graziella Bazzan riporta il meglio del meglio come ad esempio l’epitaffio del comico gallese Spike Milligan: “Ve l’avevo detto che ero malato” o quello dello scrittore francese Georges Bernanos: “Si prega l’angelo trombettiere di suonare forte, il defunto è duro d’orecchie”. E poi ancora: l’iscrizione “Giace qui da qualche parte” è scritto sulla lapide del fisico tedesco Werner Heisenberg, a riferimento del suo “principio di indeterminazione”. Sulla tomba di un certo Ignaz Breitenseher è scritto: “Silenziosa e solitaria fu la sua vita, fedele e attiva la sua mano”. Questa è l’incisione funeraria sulla tomba di un gentiluomo famoso in vita per la sua cortesia: “Qui giace lord Barlington. Scusate se non mi alzo”. Epitaffio sulla tomba di Ezechial Aiklein Dalhousie. In Scozia: “Qui giace… età 102 anni, era buono. Morto giovane”. Su di un’urna funeraria le parole: “Pace alle mie ceneri. Si prega di non starnutire, grazie”. Ancora epitaffi bizzarri selezionati dalla rivista “Il Vaglio”: “Questa è la tomba di Serafino Viola, pagata a rate quand’era in vita”. “Qui giace Leo Cinquemani, instancabile lavoratore”. “Qui riposa Onofrio Mondragoni, uomo pieno di vita”. Questo è l’epitaffio letto su una tomba di un attore etrusco: “Sono morto tante volte, ma così mai”. Epitaffio scritto in seguito a un incidente: “Uomo di grande dirittura morale, vissuto con linearità e rettitudine, morto in curva”. Iscrizione funeraria letta sulla lapide di una persona rovinata dalle medicine: “Per stare meglio sono finito qua”. Nella lapide di una certa signora Gaia Bellina sta scritto: “Qui riposa… donna instancabile. Ha amato la vita. Suo marito. Tutto il paese”. Si riportano infine le iscrizioni funerarie che riguardano due grandi personaggi del mondo della tv, un presentatore e un attore dotati di una ironia che lascia di stucco. Sulla sua lapide, a Roma, Gianfranco Funari ha voluto che si scrivesse il seguente epitaffio “Ho smesso di fumare”. Walter Chiari ci ha voluto lasciare la sua ultima battuta incisa sulla sua tomba al Monumentale di Milano: “Amici non piangete, è soltanto sonno arretrato”.
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