Un libro a 18 mani, giovani scrittori siciliani stranieri nella loro terra

Un libro a nove mani, anzi a diciotto se si considera che ogni scrittore ha due mani ed ogni mano dà una mano all’altra. Tutto nasce a Siculiana, lo scorso dicembre. La scintilla è scoccata durante la terza edizione della Fiera del Libro e del concorso letterario “Torre dell’Orologio” presieduto dalla scrittrice Simonetta Agnello Hornby.  In quella occasione si sono ritrovati alcuni giovani scrittori siciliani legati da una comune passione per la scrittura e per la propria terra: Peppe Zambito, Ettore Zanca, Anna Burgio, Angela Mancuso e Raimondo Moncada. Alcuni a organizzare l’evento letterario (l’assessore alla Cultura e scrittore Peppe Zambito e l’amica scrittrice Anna Burgio), altri a intervenire a dibattiti (Angela Mancuso), altri ancora a presentare i propri libri sil palco del centro sociale (Ettore Zanca il volume scritto con Daniela Gambino “Vent’anni”, Raimondo Moncada la sua opera “Dal Partenone di Atene al Putthanone di Akràgas”).
Un incontro, un desiderio: quello di scrivere qualcosa assieme, dandosi una mano, ma non confondendole. Tra il romanzo e una raccolta di racconti a diciotto mani, si è preferita la seconda opzione. La decisione è stata presa durante un summit comprensivo di cena con pietanze tipicamente sicule. A sedere attorno a una tavolata di una trattoria di Favara: Peppe Zambito, Anna Burgio e Raimondo Moncada. Il summit si è tenuto al termine della presentazione nella libreria “Il Papiro” del libro di Peppe Zambito “Il giorno dell’acqua corrente”. Poi la scelta del tema e un giro di telefonate. Vengono coinvolti altri giovani scrittori amici o amici degli amici o amici degli amici degli amici degli amici. Comunque amici.  
Lunedì 18 febbraio 2013 alle ore 12,13 Peppe Zambito invia un messaggio a raggiera su Facebook agli amici e agli amici degli amici degli amici: Daniela Gambino, Ettore Zanca, Anna Burgio, Raimondo Moncada, Angela Mancuso, Fabio Fabiano, Daniela Spalanca,Valeria Salvo: “Insieme per un progetto di scrittura collettiva … Buon lavoro ragazzi”.
È il via. Si parte. Viene confermato e ufficializzato il progetto. Ognuno scriverà un racconto al computer, su notes, sulla carta igienica, sulle mani. Al messaggio del capitano Peppe, gli amici e gli amici degli amici degli amici fanno seguire i propri commenti, molto contenuti, asettici, abbottonati. Da quello che scrivono si rivelano scrittori seri e austeri. Ecco qualche assaggio, sorvolando su messaggi inviati da luoghi ritirati e meditativi che ognuno può andare a recuperare e a leggere.
Daniela Gambino: Bellissimo!

Anna Burgio: Ottima compagnia!

Peppe Zambito: Scrivete ragazze, scrivete!

Raimondo Moncada: Che bella compagnia. Io sono già in navigazione. Ci vediamo a metà marzo nel paese letterario di Peppe. Chi arriva prima aspetta e spera.

Ettore Zanca: Ok. Non fateci prendere freddo che io e Raimondo siamo delicati.

Raimondo Moncada: Peppe, il capitano, ci assicurerà il calore necessario.

Peppe Zambito: Una stufa a gas credo possa bastare.

Raimondo Moncada: Ci vuoi gasare?

Angela Mancuso: Quindi, insieme diventeremo i famosi AA.VV. ?

Ettore Zanca: Quelli della canzone di Fausto Leali: AV, sorriderò se non a te…

Ettore Zanca: Oddio! Non so con che criterio ci abbiano messi insieme ma questa banda mi piace.

Angela Mancuso: A me hanno detto che il criterio unificante era la sanità mentale… O no?

Fabio Fabiano: Questi elementi mi piacciono.
Dopo il via ufficiale del comandante Zambito, la nave è partita con l’acceleratore a tavoletta. Ognuno col suo salvagente e la sua zattera (non si sa mai!), ma anche con la sua storia, la sua sensibilità, si è messo a scrivere o ad aspettare la santa ispirazione. 
Non si aspettava altro.
Per la verità, già qualcuno aveva avuto la soffiata qualche giorno prima e si era messo a soffiare. Il 12 febbraio Ettore Zanca scrive sulla propria bacheca di Facebook: “Ci sono brividi e lati oscuri che tornano solo se evocati. A me succede quando qualcuno mi chiede di tirare fuori lo “scanazzato” (ragazzino scapestrato) che viveva a Palermo. L’ho fatto con i miei racconti e con le mie emozioni. Sta partendo un bel progetto letterario. Giovani autori siciliani, tra cui io, sono chiamati a raccolta per raccontare la Sicilia come se la guardassero con occhi stranieri”. 

Una  sfida affascinante e coraggiosa, per spremere dalla Sicilia il succo più gustoso. 


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