Sacrifici cellulari per l’umanità digitale

Seduto, dopo essere stato coricato, sempre con il cellulare in mano. È diventato l’oggetto con cui sto di più, con cui trascorro la maggior parte del mio tempo. È diventato la mia vita. Inseparabile. 
Ci scrivo, ci leggo, ci dormo, lo utilizzo come sveglia, come stimolatore, come agenda, come enciclopedia, come piazza per la mia vita sociale. 
Ci faccio tutto. 
Anche altri sono così: bambini, ragazzi, adulti e anziani. Comincio a vedere pure qualche neonato col cellulare in mano, ma solo per scherzo. 
Tutti con il cellulare in mano, trasversalmente, indipendentemente dalla cultura, dal ceto, dalle condizioni economiche. Anche se non hai i soldi per mangiare, l’importante è avere il cellulare. 
Mi consolo. 
Vedi gente uscire di casa e camminare per le strade della città col cellulare in mano che se ogni tanto non alzi almeno un occhio sbatti su un palo in piena fronte oppure ti ritrovi messo sotto da una fila di macchine i cui autisti sono tutti con gli occhi al cellulare. 
Siamo ormai cellulari dipendenti. Ci manca solo la possibilità di cucinare alla brace la carne o di utilizzare il cellulare come arma di difesa contro le minacce globali di malintenzionati o terroristi con missili a lunga gittata. Abbiamo gli occhi più al cellulare che alle strade o alle persone in carne e ossa. Una volta i maschi guardavano le donne, così come le donne guardavano i maschi. C’era piacere, un piacere primordiale. Ora si guarda solo il cellulare. Una volta si stava insieme con gli amici e ci si guardava nei occhi e si parlava e si scherzava. Adesso si parla digitando sul cellulare. Una volta si stava in famiglia, si cenava tutti assieme attorno a un tavolo. E si mangiava di gusto, pensando solo al mangiare. Adesso si introduce il cibo in bocca guardando gli ultimi aggiornamenti sui giornali online e sui social. 

Le nostre biografie un giorno parleranno non di noi ma dei nostri cellulari, di quello che ci hanno dato, di quello che noi stessi abbiamo dato al mondo elettronico dedicandogli tutta la nostra vita. Gli storici esalteranno il nostro sacrificio per l’umanità digitale. 
Amen. 

Raimondo Moncada 

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