È estate e siamo a luglio. Ogni giorno leggo e sento allarmi meteo che si accompagnano a immancabili bollini rossi. In radio ne ho sentito uno che è sembrato un bollettino di guerra: “Le regioni più colpite dal caldo sono…”
E giù l’elenco delle zone sfortunate.
Le regioni più colpite dalla
stagione estiva?
Tutta colpa del solito caldo ciclone e anticiclone che ogni anno, da sempre, in estate, arriva dall’Africa. Non sui barconi. No. Ma cavancando i venti che si spostano con una gran massa d’aria clandestina ed extracomunitaria che attraversa senza controlli e i necessari blocchi navali il Mar Mediterraneo.
Ogni giorno interventi in ogni Tg, in ogni radio giornale. Spostandomi in macchina, ascolto con apprensione. Le notizie sui terroristi islamisti, sulla Grecia, vengono quasi oscurate dalla paura del caldo. Dopo gli allarmi, ci dicono di non preoccuparci. C’è il massimo dell’attenzione:
“È mobilitata la protezione civile”.
Agli esperti si chiedono consigli su consigli per superare indenni l’insolita estate (potrebbe fare però un po’ di freddo siberiano).
“Proteggetevi all’ombra, con i berretti, bagnatevi però la testa, la fronte, le orecchie, il naso, la gola, con acqua fredda, non calda. Se è calda, riscaldatela prima. Per purificarla. E poi raffreddatela in frigo”.
Tutto qui?
“Entrate nei negozi, ma non per fare acquisti. Solo per godere gratuitamente, senza sconti, della refrigerante aria condizionata. Fate finta di essere interessati agli acquisti così nessuno vi guarderà male. E poi, se siete fuori, passeggiate sotto viali alberati. Ma solo se siete costretti. Se potete, non uscite di casa e accendete i ventilatori, fate buon uso dei ventagli, soffiatevi, spogliatevi, depilatevi… E bevete, bevete tanto. No alcol per dimenticare il caldo. Ma acqua, tanta buon’acqua naturale. Va pure bene quella del rubinetto. Deve essere però potabile”.
Raimondo Moncada
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