Maestro e scopritore di tanti talenti. Non solo un genio della musica. Ecco cosa è stato Franco Li Causi, l’autore della musica di Vitti na crozza. Lo ha ricordato in questi giorni un suo compaesano, Giugiu Gramaglia, attore empedoclino, pubblicando su LinkedIn una foto del 1975. Siamo in Piazzale Caos, nella Casa Natale di Luigi Pirandello. C’è in posa l’intera formazione dello spettacolo “Franco Li Causi Show”. E c’è lui, il maestro. Chissà cosa avrebbe detto di Sanremo, delle scimmie e della musica di oggi.
“Questa meravigliosa foto ingiallita – scrive Giugiu Gramaglia – fa parte dei miei ricordi più cari. Avevo quasi 17 anni e già mi esibivo come animatore nelle feste di piazza”.
Giuggiu rende omaggio a Franco Li Causi, a quello che senza mezzi termini definisce “maestro”. L’inizio della sua lunga carriera, fatta di teatro e di tanti film, con interpretazioni sempre apprezzate, lo deve proprio a lui:
“Ricordo che mi ha portato dal maestro il signor Farruggia, un signore anziano che faceva il tassista. Accompagnava con la macchina, una Mercedes, il maestro nei suoi spettacoli. Era empedoclino e mi conosceva. Ricordo che quando mi portò dal maestro, espresse parole di elogio nei miei confronti. Il maestro mi guardò… Pensava fossi troppo giovane. Ma poi mi disse: ‘Forza, cuntami na barzelletta!’. Subito dopo mi fece il mio primo contratto! Si, il mio PRIMO contratto. Mi dava 10.000 lire ogni spettacolo. Peccato che poi è andato smarrito nel tempo. Lo ricordo con grande gioia”.
Non sembrerebbe. Ma Giugiu Gramaglia da piccolo sembrava grande. È nato cresciuto. Ho avuto difficoltà a riconoscerlo in foto. Gliel’ho pure chiesto: Cu sì? Chi sei? Svelato il mistero: è quello inginocchiato, giacca e cravatta, capelli lunghi e immancabile baffetto. Gli rappresento poi le mie perplessità: Diciassette anni? Sembri più grande…
“Sono del 1959… quindi quasi diciassette. Lo so, sembro più vecchio, ma ero così. Infatti, tutti da piccolo mi dicevano: che longuuu!!! Arristavu accussì! E ora invece sugnu curtu”.
Ma cosa facevate sulla scena con Franco Li Causi?
“Erano spettacoli di piazza che facevamo in occasione di feste nei paesi. Il grande maestro si esibiva con la sua chitarra e regalava al pubblico la sua ”Apache”. Mettendosi in ginocchio, in proscenio, faceva accarezzare l’ebrezza di quella musica. Lo spettacolo era presentato dalla moglie Patrizia…una americanona che all’epoca faceva sognare i ragazzini sotto il palco. Era nello dello show anche il fratello del maestro. Io mi esibivo facendo il comico. Raccontavo storielle allegre. Ma il pezzo forte erano le ballerine con le minigonne”.
Anni indimenticabili, per la frequentazione di straordinari artisti e per quell’esperienza unica in giro per la Sicilia. Una fortuna iniziare a fare l’artista con un grande artista.
“Sento ancora, e credimi mi mancano, gli odori dello zucchero filato, la cubaita… E tutto quello che girava intorno a quelle feste! In quelle serate si esibivano come fuori programma i “big”, da Franco Simone a Tony Astarita. E poi Robertino… Arrivavano sempre all’ultimo momento, verso mezzanotte. Non ti dico quello che succedeva: tutti a gridare! Purtroppo, ancora non si facevano i selfie. Ricordo che eravamo due, un marinisi e io. E c’era il maestro Deni che suonava il sax. Nella foto lo vedi con gli occhiali. Poi una ragazza… ricordo si chiamava come nome d’arte Concita. E poi tanta malinconia di quei meravigliosi anni”.
Tra le piazze, ricorda ancora Grotte nel periodo di Pasqua. Tutta la sua famiglia era riunita a casa e lui doveva onorare l’impegno con lo spettacolo. Gli risuonano ancora nelle orecchie le lagnanze dei genitori. E le voci (con un eufemismo e in confidenza definisce, utilizzando un termine onomatopeico che utilizziamo tutti in Sicilia in talune situazioni: “u burdellu”). Doveva andare. C’era il signor Farruggia con la Mercedes sotto casa che lo aspettava.
A Giugiu lo ammiriamo da tantissimi anni sui palcoscenici e, soprattutto, nelle sale cinematografiche con continue apparizioni in film di successo. L’ultima, un cammeo, nell’Ora legale di Ficarra e Picone. Ma sta iniziando una nuova avventura con ”Taodue”. Sarà nella fiction su Emanuela Loi, la poliziotta uccisa nella strage di Via D’Amelio con Paolo Borsellino e altri colleghi. Girerà la prossima settimana. Quando un attore passa da ruoli comici a quelli drammatici, e viene applaudito sempre allo stesso modo, non solo è un attore completo ma un grande artista.
Raimondo Moncada
www.raimondomoncada.blogspot.it
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