Una storia – vera o verosimile non importa – che sui social ha scatenato l’inevitabile discussione e pure condivisioni ancora non virali. Ma il virus è sempre in agguato.
Ladro rientra a casa propria.
Uno specchio,
un attimo di distrazione,
non si riconosce col cappuccio in testa
e si spara.
FINE
L’animata discussione…
È o non è reato per un ladro spararsi credendosi un ladro?
E a che ora è avvenuto l’indefinito omicidio/suicidio, più omicidio che suicidio?
E poi ancora…
Autolegittima difesa, legittima autodifesa o eccesso di legittima o autolegittima autodifesa?
Tutto ancora da chiarire.
Si tratta – approfondiscono i commenti – di un reato nuovo oltre che fonte di disgrazia per la rottura dello specchio e causa pure di probabile risarcimento danni.
Il killer/vittima avrà le idee più chiare rivedendo le immagini della video sorveglianza che un ladro, se è un vero ladro e non uno scassapagliaro, provvede a installare a casa propria per paura di essere derubato da altri ladri, più ladri di lui.
Rivedendosi, riconoscerà chi ha premuto il grilletto?
E ancora…
Chi ha sparato, ha colpito il ladro specchiato? Oppure ha colpito proprio il ladro vero, poi visto di riflesso allo specchio?
Dubbi su dubbi, almeno questi legittimi che anche un ladro, nonostante la legittimità, può legittimamente avere senza alcun dubbio.
Un delitto, comunque, feroce, una storia essenziale. E triste. Molto triste, al punto da meritare un bel titolo nei telegiornali, nella carta stampata e sui siti di informazione. Solo il titolo, breve, perché la storia è così scarna ed il protagonista così disapprovato nelle sue spregevoli azioni, da non meritare spazio per altri particolari. Solo poche righe: “Ladro si spara furtivamente, con una pistola rubata, credendosi ladro. E muore, allo specchio, sul colpo: il primo. Una sfiga più che una rottura”.
Raimondo Moncada
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