Il partigiano bambino nei luoghi dell’infanzia

Ai piedi di Via Bac Bac, la strada che mi conduceva nel mondo della mia innocente infanzia: a Bibbirria, in piazza San Vincenzo, nel quartiere Duomo, in vicolo Seminario, a Santa Maria dei Greci… E a due passi da Via Garibaldi, il “quartier generale” della famiglia di mio nonno Raimondo, dove mio padre è nato e cresciuto assieme al fratellone e alle sorelle e da dove è partito per andare a Perugia, città che a sedici anni ha liberato con la brigata partigiana “Leoni”.  Qui, per la terza volta, sono stato chiamato a riaprire la memoria viva dei ricordi, personali e di famiglia. 

Nei luoghi in cui la storia del “Partigiano bambino” ha avuto inizio in un contesto drammatico, si è svolta la terza presentazione ad Agrigento del libro: ieri sera, al Circolo “Empedocleo”, in una iniziativa promossa dall’Ande e dal suo presidente Carola Depaoli. 

Davanti la chiesa di San Giuseppe e a pochi passi dalla chiesa di San Domenico, in testa alla Via Atenea, da dove partivano le manifestazioni del 25 aprile che mio padre stesso da segretario dell’Anpi organizzava assieme ad altri enti e istituzioni, si è raccontata la sua storia; si è parlato del valore della Resistenza, del contributo di tanti uomini e donne, giovanissimi e adulti, di diversa estrazione politica, religiosa, culturale; dei lutti e delle sofferenze provocate dalla guerra, di qualsiasi guerra; dei campi di concentramento nazisti; della Costituzione italiana nata dal sangue di chi ha imbracciato un’arma per la libertà.  

Sono intervenuti il presidente dell’Ande Calora Depaoli, l’assessore Riolo, il dirigente dell’Istituto commerciale “Foderà” Patrizia Pilati, l’insegnante e ricercatrice Adalgisa Morreale, la scrittrice Enza Pecorelli. 

Raimondo Moncada

www.raimondomoncada.blogspot.it 





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