Mafie sotto casa, il selfie con le mani alzate

La mafia paralizzata per anni da Totò Riina. Con la sua morte, ora cambia tutto. Lo ha detto, in un’analisi lucida, acuta, uno che di mafia se ne intende, perché la segue da una vita: il giornalista di Repubblica Attilio Bolzoni, intervenuto a Spilamberto all’evento promosso per festeggiare un anno di “Mafie sotto casa”, il sito che in Emilia Romagna mappa le mafie (www.mafiesottocasa.it). L’evento si è svolto al Panarock e chi scrive ha avuto il piacere e l’onore di presentare la serata tra il serio, serissimo, e il faceto. 

È stato un momento di riflessione sui fenomeni mafiosi ma anche sulle buone pratiche per contrastarne l’avanzata. Ma soprattutto per rendere visibile ciò che una volta si poteva fotografare – come ha evidenziato Attilio Bolzoni – mentre da anni non è più così. Ma la mafia c’è, esiste, è palpabile, è dannosa, continua a fare affari, a corrompere, a inquinare. Ed il sito “Mafie sotto casa” si propone come strumento tecnologico per scovarla e prenderne coscienza in tutte le sue manifestazioni, come ha detto nel suo intervento Rebecca Righi, presidente della neonata associazione “La banda” che cura il sito e promuove tante altre attività contro, ad esempio, il mancato utilizzo dei beni confiscati alla mafia e il gioco d’azzardo. 

E a tal proposito sono stati invitati a intervenire rappresentanti di istituzioni e associazioni che si stanno distinguendo in azioni di contrasto. Il giovanissimo sindaco del Comune di Argelato, Claudia Muzic, per citare il primo nome, ha adottato e fatto adottare ai comuni del suo comprensorio un’ordinanza per cercare di limitare gli effetti nefasti delle slot machine. Il circolo Gramsci Giovani di Spilamberto, tra le sue tante attività culturali, ha realizzato e proiettato ieri sera un video per denunciare la mala gestione dei beni confiscati (a parlare in nome del circolo è intervenuto Davide Anceschi). 

Insomma, una serata per analizzare i fenomeni criminali e mettere in luce “le buone pratiche”, organizzata dalla Banda, assieme al Circolo Gramsci e col patrocinio del Comune di Spilamberto, che ha voluto far sentire forte la sua presenza con il vicesindaco e assessore alla Legalità Salvatore Francioso e l’assessore alla Cultura e alle Politiche Giovanili Simonetta Munari. 

Riflessioni serie, ma anche momenti di sana ironia con la gag improvvisata dell’attrice siciliana Lucia Alessi chiamata a interpretare Assunta Catena Immacolata, una donna, “padrona di mafie dentro casa”, prima illibata e poi sedotta e abbandonata “per troppi peli corporali” da un ingegnere di Ravenna. Una storia a lieto fine, conclusasi a Spilamberto con l’applaudita ricongiunzione tra i due. 

Tutto è bene quel che finisce bene anche per lo stomaco, perché uomini e donne di panza siamo quando si tratta di mangiare. Ai numerosi presenti (il Panarock era gremito di spettatori attentissimi fino alla scopertura dei vassoi di arancine e dolci siciliani) è stato offerto un ricchissimo buffet, che nel giro di pochi minuti si è impoverito soprattutto delle sicule squisitezze. 

Rimarrà comunque nella memoria collettiva, e nella storia contemporanea, il selfie di Assunta Catena Immacolata assieme al pubblico con le mani alzate. 
Raimondo Moncada 
www.raimondomoncada.blogspot.it

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