Il cuore di Napoli con i Cattivo costume nel cuore della Sicilia, nel teatro Andromeda, nel cielo di Santo Stefano Quisquina dove tocchi le nuvole con un dito. Echi del Regno delle Due Sicilie, tra musica, teatro e altro ancora che solo uno spettacolo dal vivo, vissuto con la sensibilità dei cinque sensi, riesce a restituirti.
Tante cose in comune con Napoli, a cominciare dal comune sentire. Sotto la pioggia e i fulmini di uno strano agosto, mi sono incamminato per assistere ancora una volta a uno spettacolo multiforme, tipo di spettacolo che ne contiene tanti altri. Per la prima volta ho respirato il soffio di Andromeda, teatro scolpito tra cielo e terra da Lorenzo Reina. Per la prima volta ho assistito anche a un intera rappresentazione degli amici napoletani dei Cattivo costume, un duo composto dagli straordinari Marco Milone e Roberta Izzo, che da qualche anno apprezzo nelle loro partecipazioni musicali a Dedalo Festival e a concerti assieme al comune amico e artista Ezio Noto.
Un duo che vale un’orchestra. Perché in due suonano più strumenti; in due cantano, recitano, mimano, suscitano emozioni con un semplice effetto vocale o una corda di chitarra pizzicata. E ad Andromeda hanno portato in scena un’opera che ha fatto vibrare in me corde lontane che un tempo suonavano con uguale intensità a Napoli e nella mia terra, quando non c’erano distanze, quando non c’erano divisioni territoriali. I Cattivo costume hanno proposto ad Andromeda La leggendaria storia di Giovanni Senzaterra, primo atto della serie ‘O cunto e ‘a ‘mbasciata (è anche un libro è un disco). Una narrazione tra cunto, musica e teatro sulla condizione sociale di oggi e la natura dell’uomo. L’opera è in tournée da un paio d’anni in diverse regioni d’Italia. È il frutto di un’appassionata ricerca e un argento studio sui cantastorie e i cuntastorie dell’Italia meridionale. Alla fine dell’applaudita esibizione (tra il pubblico anche spettatori provenienti da Pompei!), ho espresso a Marco e a Roberta le mie sensazioni. Le vibrazioni che ho sentito hanno così trovato una risposta non solo in quella terra che ai tempi del Regno delle due Sicilie è stata humus comune anche nell’arte. Ho trovato risposta nelle ispirazioni di Marco Milone, autore dei testi. Marco è partito dal profondo sud, leggendo e assimilando il canto di Ignazio Buttitta e Ciccio Busacca per poi proseguire una ricerca da cui è riuscito a distillare un’opera originale che arriva nel profondo, con la parola, con i gesti, con gli sguardi, con le maschere e soprattutto con la sincera passione di due artisti che fanno arte plasmando energie invisibili.
Raimondo Moncada
P.S. Per saperne di più visita il sito dei Cattivo Costume
www.cattivocostume.wordpress.com
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