Coronavirus, la mia reazione incontrollata

Andiamo avanti per reazioni. E i social, in questo, hanno una loro precisa colpa perché aumentano e velocizzano gli scatenamenti lasciando il cervello in quarantena. Prendiamo un caso di cui da settimane si parla tanto: il coronavirus. Scoppiata l’epidemia in Cina, abbiamo cominciato a guardarci in giro alla ricerca di cinesi e ad avere le reazioni che abbiamo registrato. Tutti i cinesi, della Cina, e tutti i cinesi che da anni non vanno in Cina e tutti i non cinesi che per caratteristiche somatiche somigliano ai cinesi, sono stati associati al virus. La reazione è stata quella di stare alla larga dalla potenziale trasmissione. Ora il virus è arrivato nel nostro paese come da previsione ed è arrivato nel nord Italia, con i primi casi registrati in Lombardia e Veneto. Il coronavirus, dunque, ha perso la sua originaria connotazione somatica. Non è più individuabile con il colore della pelle o con la forma degli occhi o con la lingua. 

Mi chiedo: che reazioni dovremmo avere ora? Stare alla larga dai nordici? Non andare al nord? Non fare scendere più nessuno al sud dal nord? E quando arriverà al sud? Ci saranno amici del nord che verranno a mangiare nel nostro ristorante? E noi del sud che faremo? Andremo giù in Africa perché al nord non si può più andare? O ci rifugeremo al cimitero dove non si registrano e non si registreranno mai casi di trasmissioni?

Ad Agrigento per precauzione – ho letto – è stata annullata la Sagra del Mandorlo in fiore, una festa che da sempre accoglie gruppi folcloristici provenienti da diverse parti del mondo e tantissimi turisti. E allora per reazione automatica, irrazionale, insensata, continuo a chiedermi: ma ci posso ancora mettere piede ad Agrigento, la mia città, considerato che non ci abito da oltre vent’anni pur abitando a qualche chilometro di distanza?

Dico per reazione perché stiamo vivendo di reazioni, ognuno sparandola più grossa dell’altro, ognuno a dire la propria, ognuno a sostituirsi alle autorità, anche sanitarie, anche scienziati, suggerendo cosa fare adesso e cosa era meglio fare ieri e l’altro ieri. E intanto il virus avanza non guardando in faccia a nessuno, scienziati e non scienziati, bianchi, neri e gialli. E non interessandosi delle polemiche. Ed è normale. Come arrivano puntuali le influenze virali dall’oriente, arriva anche il coronavirus. Ma, a leggere le infinite reazioni, si può fare sempre di più e quando si fa di più si poteva fare o di più o di meno perché se si fa di più e non succede nulla allora ci si chiede: perché non si è fatto di meno? 

Ma si dice anche: ormai è troppo tardi, ci dovevate pensare molto prima! 

Oppure: esagerati, è troppo presto per prendere misure drastiche. 

Oppure: esagerati, la situazione è grave ma le misure sono gravissime.

Oppure: vedi, non è successo nulla. E ora chi paga per tutto quello che è stato speso con pubblici denari per misure che si solo alla fine rivelate frutto dell’emotività?

Oppure: hanno speculato sull’emergenza, va aperta un’inchiesta: in galera!

Oppure: e ora chi mi risarcisce dei danni economici?

Stiamo impazzendo di reazioni, e stiamo impazzendo di reazioni social, anche sponsorizzate a pagamento per fare più effetto, come in un ospedale del sud dove si è diffusa la notizia di un sospetto ricovero per coronavirus e c’è stato il fuggi fuggi generale (anche da parte di malati gravi?). 

La situazione è seria e richiede serietà, nervi saldi e grandissimo senso di responsabilità. Affidiamoci alla scienza (e non agli scienziati dell’ultim’ora), affidiamoci ai medici in prima linea, affidiamoci a chi ha saperi e competenza evitando incompetenza, confusione e diffusione di notizie false o panicanti (ma si può dire panicanti? No? Però a me mi piace! Ma a me mi si può dire?). 

Non è facile. Ma sforziamoci di controllare l’impulso in attesa che finalmente si metta a punto e in vendita il vaccino contro il maledetto coronavirus che io comprerò e mi farò inoculare tra i primi (mi prenoto via social già da adesso!) perché non sono mai stato un no vax e non ho mai scritto su Facebook nessun post i commento contro i vaccini (ma mi chiedo: chi è stato contro i vaccini, e ha inondato Facebook di post contro i vaccini, me lo vedrò davanti a fare la fila per vaccinarsi contro il coronavirus facendomi pure morire perché il vaccino che lui prenderà sarà l’ultimo?).

Raimondo Moncada 
P.S. Foto presa da internet, credo non infettata.

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