Siamo circondati dai cuori di San Valentino. Dove ti giri ti giri ne vedi uno o più di uno, perché è meglio abbondare. Il cuore non fa male. Ha questo di buono il cuore: non fa male a nessuno. Certo, ti batte e quando ti batte pensi di morire perché oltre al battito hai anche la respirazione che si mette a inseguire i battiti accelerati e sudi anche se non corri. Parlo del cuore vero, dell’organo cuore, di quello che la natura ti ha piazzato dentro la cassa toracica, difeso da uno scudo di costole.
Le donne, stando al racconto biblico, sono più dotate di costole. L’uomo ne ha una in meno utilizzata all’inizio dal creatore per dargli una compagna perché da solo, l’uomo, si disperava, aveva un cuore ma non sapeva per chi farlo battere. Gli batteva ma al minimo, per tenerlo in vita, una sorta di sopravvivenza. In un mondo popolato da animali, durante la Genesi quel cuore accelerava alla visione di una bestia e più si avvicinavano a lui e più il cuore gli batteva: quando si avvicinavano i dinosauri, i leoni, e quando si avvicinavano gli scimmioni. Ma poteva il suo cuore battere per uno scimmione? L’uomo lo ha fatto così presente al creatore protestando, facendo lo sciopero dei battiti e rischiando di morire, perché quando il cuore non batte più si muore, e il creatore in un lampo di genio gli ha sradicato una costola a caso con l’ambarabaciccicocò per prendere ispirazione.
Non aveva ancora le idee chiare.
In un primo momento pensò di sradicargli lo sterno:
“Sì, gli tiro lo sterno!”
Ma tirando lo sterno, poi ripensò, tra un bicchiere di vino d’uva e un altro, gli cadranno una dopo l’altra tutte le costole perché non avranno più un solido punto di appoggio, lasciandogli il cuore scoperto e vulnerabile. Il creatore avrebbe potuto prendersi l’osso di una gamba o di un braccio, ma la mancanza di un osso negli arti si sarebbe vista troppo. Così come si sarebbe potuto prendere l’osso sacro ma essendo sacro appena provò a toccarlo venne colpito da un virus e, se non fosse stato il creatore, sarebbe morto all’istante, senza bisogno di aspettare la quarantena che dentro, a forza di attendere, ti viene l’ansia e di ansia si muore.
Una costola era la soluzione migliore. Un intervento invisibile ma non indolore. Le voci del primo uomo sulla terra si sentono ancora negli altri mondi abitati da altri uomini che di cuori per sì e per no ne hanno uno per ogni persona che amano. Perché il cuore serve pure a questo, anche se non si vede. Quando il cuore ama, non si vede. Vedi solo i sintomi come quelli di un innamorato: diventa rosso in viso, gli si blocca la gola, gli si blocca lo stomaco. Vive tra la speranza di essere accettato e la paura di essere rifiutato con un gran calcio nell’osso sacro.
Ci sono anche altri sintomi che ti portano a baciare, ad abbracciare, ad accarezzare, a scrivere e a cantare canzoni d’amore. Il cuore (anche senza, per la verità) ti porta anche a mettere al mondo dei figli: tu, creato, diventi un creatore.
Tutto questo fa l’amore. Tutto questo fa un cuore, quello vero, e non quello appiccicato con un adesivo nella vetrina di un negozio per San Valentino dove vai, comunque, seguendo quel segnale, per scegliere un dono che sai farà piacere a chi ami. Ma l’amore non è quel gesto, o meglio non è solo quel gesto. Perché ci potrebbe essere chi ti sommerge di regali, chi ti stona le orecchie di canzoni, chi ti dedica frasi su frasi ed emoticon su emoticon su Facebook e non ti ama per niente o è un amore senza cuore.
L’amore è invisibile agli occhi. Lo senti proprio dal cuore, quando è grande. Non a tutti batte allo stesso modo. E non tutti si sintonizzano con quello tuo, perché nell’amore un cuore non basta, ce ne vogliono due che battano con gli stessi battiti, naturalmente e non forzatamente. Non puoi costringere un cuore a battere per te. È tutto molto complicato e non da ora ma già dai tempi della costola.
Buon San Valentino, cuori in ascolto.
Raimondo Moncada
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