Senza più una speranza d’alba


Nessuno più parla sui social di green pass, di vaccini, di immondizia e degrado per strade e piazze, di servizi elettrici che non funzionano, di acqua che non arriva neanche a Bonamorone. 
Nessuno più posta immagini belle, con mogli e figli in acqua a farsi il bagno senza l’obbligo di inginocchiarsi da qualche parte.
Nessuno più incolla sui muri gigantografie di donne con gli occhi scoperti e labbra sorridenti e vestiti alla moda. E i manifesti che c’erano sono spariti nel tempo di uno strappo. 
Nessuno più si lamenta di nessuno, protesta contro qualcuno o qualcosa. 
Nessuno più discute sul pericolo di un improbabile ritorno dei religiosi fondamentalisti armati e su quello che comporterebbe la loro conquista del potere assoluto, perché c’è la garanzia della protezione della forza internazionale con cui si è costruito assieme qualcosa, si è accesa almeno una speranza.
E chi ne ha scritto è ricercato o aggrappato alla fusoliera d’un aereo o comincia a non esserci più. 
Ora si scrive, se si scrive, quello che vogliono che sia scritto a testa unica e col mitra sulla nuca e col loro dio da rispettare per assicurarsi meriti, plausi, e la vita eterna. 

Post come questo sono la condanna a morte in un Occidente dove da un anno comanda la dittatura sanitaria. 

Il sole tra i consegnati tramonta senza più una speranza d’alba.

Raimondo Moncada

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