Crollo Ponte Verdura, spuntano le automongolfiere

Le automongolfiere! Un’idea geniale brevettata oggi per oltrepassare i viadotti collassati. Ingenium mala saepe movent, dicevano gli antichi, le avversità aguzzano l’ingegno umano. Quando cade un piccolo ponte e il crollo rovinoso interrompe il traffico di una grande arteria ci sono tante soluzioni per risolvere nell’immediato l’emergenza. È il caso della strada statale 115 che nella collegata Sicilia unisce le province di Agrigento, Trapani e Palermo. La strada è interrotta da sabato 2 febbraio 2013, in seguito al crollo del ponte in pietra, dell’epoca garibaldina, costruito sul fiume Verdura a un tiro di schioppo dal lussuoso Verdura Resort della società Rocco Forte. 
Del crollo e dei disagi alla popolazione ha parlato anche il mitico Fiorello su Rtl, sollecitando soluzioni a brevissimo termine, perché il crollo ha isolato un vastissimo territorio privo di una adeguata e sicura viabilità alternativa. Per passare da una sponda all’altra del corso d’acqua si impiega un’ora su un tracciato in cui ad ogni metro un numero incalcolabile di automobilisti rischiano la vita. 
In attesa di un nuovo ponte che richiede tempi medio-lunghi, ecco alcune soluzioni che si potrebbero adottare per risolvere in men che non si dica l’emergenza perché non si può aspettare ancora.
1) Chiedere aiuto a uomini superdotati di lunga gittata (c’è chi invoca Rocco Siffredi);
2)    Piantare delle faretre porta aste di “Bubka”. Con l’ausilio di aste speciali da atletica leggera si può saltare facilmente da una parte all’altra del fiume (si possono utilizzare anche le canne del fiume, senza fumarle però). Occorre allenarsi prima per non finire sul fiume;
3)    Far volare le automongolfiere. La foto illustra il facile funzionamento. Occorre comprare una mongolfiera e legarla al tettuccio della propria auto. La mongolfiera può essere della forma e del colore che si desiderano;
4)    Con lo stesso sistema descritto al punto 1, si possono utilizzare anche gli amici gabbiani o i piccioni viaggiatori. A stormo potrebbero, questo tipo di uccelli sono in grado di innalzare in cielo e trainare le auto fino alla destinazione desiderata. Con i mezzi pesanti viene di mulo;
5)    Istallare delle gru giganti in entrambe le rive del fiume Verdura. Il braccio in acciaio è in grado di agganciare una alla volta le auto in transito, sollevarle e trasferirle da una parte all’altra. L’unico inconveniente è l’effetto schiacciamento. Le auto arrivano deformate;
6)    Acquistare una seconda auto. Con un’auto si arriva su una sponda, si scende, si guada il fiume e si raggiunge la seconda auto posteggiata nell’altra riva;
7)    Attivare dei bus navetta da una parte all’altra del fiume. Arrivare con l’auto al fiume, posteggiare, guadare e salire sul bus per raggiungere la nuova destinazione;
8)    Unire le due sponde del fiume Verdura con la famosa gomma del ponte di Brooklyn;
9)    Spostare tutte le città da un versante all’altro. Sciacca, ad esempio, potrebbe essere sradicata e trapiantata sulla sponda orientale del fiume così come Ribera potrebbe essere spostata nel versante occidentale del Verdura;
9)    Farsela a piedi come ex voto o in bici che si arriva prima;
10)  Riacquistare gli asini o i muli di una volta che i nostri nonni hanno lasciato in eredità ai nostri padri. Questi locomotori naturali non hanno bisogno di benzina, di olio, di assicurazione, di tagliandi dal meccanico, di bollo pagato, di copertoni nuovi. Solo di fieno e acqua (a chi non soffre di mal d’aria si consiglia il fantastico “sceccu ca vola” o addirittura le scope di Befana);
11) Attivare il traghetto Porto Empedocle-Sciacca-Castelvetrano (un peschereccio o una canoa o una gondola veneziana o al limite una zattera vanno più che bene, guidate da Caronte). In alternativa riattivare la vecchia linea ferrata e il treno costiero turistico;
12) Attivare una linea aerea o l’elisoccorso o, in subordine, una funivia;
13) Prevedere l’allungamento del Ponte sullo Stretto di Messina con una deviazione ad hoc;
14) Attivare un collegamento internet;
15) Posizionare dei trampolini dove la strada si interrompe per volare con le auto nell’altra sponda;
16) Istallare un ponte gonfiabile, come quello progettato sulla Senna a Parigi, a spostamento ludico con tappeti saltellanti;
17) Far costruire dai bambini un attraversamento con i mattonino Lego;
18) Non andare a lavorare il fine settimana e fare ponte;
19) Andare da un dentista di fiducia e farsi fare un ponte nuovo;
20) Far gettare una passerella mobile dal Genio Militare sfruttando l’esperienza già acquisita nelle zone di guerra ricostruite o nelle aree franate in altre regioni d’Italia;
21) Costruire un nuovo ponte in cemento armato, acciaio inossidabile, con tecnologia aerospaziale, a prova di bomba, che duri un’eternità.
Una soluzione nel giro di poche ore si deve trovare. Riproponiamo il grido disperato di Raimondo Moncada postato oggi sul suo profilo Facebook dopo aver percorso Sciacca-Ribera in un’ora e venti minuti salendo per Villafranca Sicula e Calamonaci: “TROVATEMI UN’ALTERNATIVA ALL’ALTERNATIVA! SUBITO! La strada sostitutiva della Ss 115 non si può fare. SI RISCHIA LA VITA TRA CURVE AD ANGOLO ACUTO, STRETTOIE AD IMBUTO OTTUSO, PONTICELLI IN PIETRA SAVOIARDA, PEZZI DI FANGO, CACCHE DI ANIMALI, ACQUA ARRETRATA, NEBBIA AFFUMATA (ancora non c’è ghiaccio né neve: sono molto fortunato!). Oggi, con la pioggia battente, non si vedeva neanche la stessa pioggia. Un’ora e venti minuti per passare da una sponda all’altra dell’ingrossato fiume Verdura dove il ponticello di Giuseppe Garibaldi ha deciso di farsi un bagno sulle fresche e aulentissime acque”.

© Copiright www.raimondomoncada.blogspot.it

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