Si preparano le mobilitazioni di piazza, gli scioperi generali, le giornate di collera per convincere il governo nazionale a cambiare la data. “O il 15 o non se ne fa niente”. La folla inferocita attende solo un solenne “Obbedisco” per cancellare le iniziative di protesta già programmate in tutta Italia, dal Marranzano ai Reni.
Non ci vuole niente a chiudere un occhio. Con uno sforzo se ne possono chiudere anche due. “Siamo d’accordo”, dicono i più esagitati. Il 17 marzo è una data simbolo per l’Italia Unita. Quel giorno del 1861 a Palazzo Carignano, allora nuova sede del parlamento italiano a Torino, venne proclamato il Regno d’Italia e Vittorio Emanuele II divenne il primo re d’Italia.
Ma il 15 marzo 1967, a 105 anni e 363 giorni di distanza, da un’altra più importante unità venne alla luce lo scrittore Raimondo Moncada, in un appartamento in affitto sopra l’unico panificio di Via Verdi, ad Agrigento. Altro che Garibaldi e i Mille! a cui Moncada ha dedicato un recente irriguardoso lavoro.
Una mese, dunque, di grandi festeggiamenti per unire gli italiani con uffici chiusi, attività commerciali inattive, scuole in vacanza, strade interdette. Uniche attività consentite per legge: dormire fino a tarda ora, passeggiare a mare o in montagna, giocare a carte, a calcio, in bicicletta, alla play station ecc.
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