Vivere come una banana

“Si prega di non dilungarsi oltre il tempo stabilito”. È il contenuto di un cartello posto all’ingresso di una giostra per bambini.

Più che ai bambini, il messaggio è rivolto ai più attenti adulti, ai genitori che a stento riescono a contenere la vitalità dei propri figli.

Giocherebbero sempre.

Lo stesso cartello ci viene mostrato all’atto della nostra nascita, nel momento in cui entriamo nel mondo gridando. Il primo vagito non è altro che una forma di protesta: “Ma come, sono appena arrivato e già pensi di cacciarmi?”.  

Giusta protesta. Ma c’è chi perde di vista di non essere immortale, di essere al contrario come gli alimenti: hanno tutti una scadenza. Una banana mangiata oltre i termini consigliati la puoi buttare. 

Dovremmo dare ascolto subito a chi ci avverte fin dall’inizio: “Hai una vita, solo una vita, non di più. Fanne tesoro. Considera il tuo tempo sulla terra come una clessidra. Osservala: dentro c’è un pugno di granelli. Osserva ancora: sono in numero finito. Ogni granello ha però un valore infinito. I diamanti, al confronto, sono pura bigiotteria. Uno dietro l’altro, tutti i granelli scorrono in un flusso continuo, dall’alto verso il basso. Ora ci sono, fra un istante non ci sono più. Cadendo non sono più del tempo. Nessuno li può fermare. Vanno via per sempre. Li puoi solo vivere con la stessa esuberanza di un bambino”.  

Raimondo Moncada

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