Se fossi sindaco di Agrigento, ecco il mio programma in 23 fortunati punti

Sindaco di Agrigento - Palazzo Municipale 

Se fossi Sindaco di Agrigento, come agrigentino ivi nato, ivi cresciuto, ivi maturato e ivi sempre legato d’affetto natio, punterei su un programma innovativo, audace, mai visto, raccolto in 23 punti che il 23 porta fortuna:
1) Allargherei la Valle dei Templi costruendo nuovi e più moderni templi sempre in stile dorico classico con sottintesi richiami ionico-corinzio, con tanto di regolare concessione edilizia che io stesso medesimo mi rilascerei.
2) Rinominerei il tempio dedicato a “Castore e Polluce”, simbolo della città di Agrigento: dall’attuale “Tre colonne” passerei al più reale “Quattro colonne” per non fare impazzire i turisti in visita, a cui i conti con i pollici non tornano mai.

Agrigento - paesaggio 

3) Farei, pacificamente, radere al suolo tutte le periferiche periferie in cemento armato dagli stessi abitanti in cambio della ristrutturazione delle case in pietra millenaria del centro storico. Il materiale di risulta depotenziato lo userei per potenziare il costone dove sorge la cattedrale di San Gerlando.
4) Sotterrerei, o concentrerei in altro loco, i tolli eretti a valle del centro storico (specialmente quello che, da bambino, mi ha impedito la vista dell’integrale panorama marino dal balcone della mia casetta natia in Vicolo Seminario).

Cattedrale di San Gerlando Agrigento 

5) Chiamerei la Merkel come consulente per far rientrare i cervelli agrigentini emigrati in Germania e farei venire anche tutti quei tedeschi che li hanno valorizzati e fatti diventare cervelloni (farei la stessa cosa con Cameron in Inghilterra e con altri capi di governo degli Stati ospiti).
6) Celebrerei la festa di San Calogero ogni mese, a luglio così come a gennaio. Il caldo torrido come il freddo glaciale rinforzano la fede. San Calò unisce e fa miracoli.
7) Nominerei ogni agrigentino ambasciatore della città e lo sguinzaglierei in giro per il mondo a parlar bene di Agrigento e a convincere i turisti a venire in massa giù in Sicilia. In cambio, avranno innalzate statue in ogni dove con provvigioni sui soggiorni.

 

8) Celebrerei la Sagra del Mandorlo in Fiore anche con i mandorli in frutto, anche con le mandorle secche, anche senza fiore, anche senza alberi.
9) Sanzionerei con una abbuffata di pistacchi chi, ogni anno, tra dicembre, gennaio e febbraio, parla di miracolo dei mandorli in fiore (mi sono sempre chiesto: se i fiori dei mandorli in fiore sono un miracolo che, inaspettatamente, si ripete con puntualità ogni anno, dov’è il miracolo?)

Casa Natale di Luigi Pirandello 

10) Chiuderei a Natale la Casa Natale di Luigi Pirandello e, senza alcun motivo, la riaprirei a Pasqua giusto per giustificare la campagna promozionale “Venite al Caos a visitare l’unica Casa Natale Pasquale di Luigi Pirandello”.
11) In tutti i luoghi della città citati da Luigi Pirandello nei suoi capolavori istallerei cartelli con su scritte le citazioni letterarie. Diffonderei anche l’audio con una voce che recita il passo. Su uno schermo gigante proietterei anche lo spezzone del film o della scena teatrale dell’opera citata. Mi accontenterei anche della presenza fissa di un attore che, come un jukebox, si mette a recitare con o senza pubblico il brano di riferimento.

Via Pirandello 

12) Celebrerei ogni minuta cosa riferita a Luigi, dico Luigi Pirandello: l’anniversario della nascita, del Nobel, del battesimo, del matrimonio, della paternità, della nonnità, della prima comunione, della prima barzelletta, della prima bocciatura, del primo amore, della prima sigaretta, della prima caramella, delle prime caldarroste… Non celebrerei mai l’anniversario della morte. Pirandello vive ancora dentro di noi, autori e personaggi.
13) Celebrerei sempre, un giorno sì e l’altro pure, Luigi Pirandello, ma anche Andrea Camilleri, Leonardo Sciascia, Alessio Di Giovanni e tutti gli altri agrigentini (intesi nativi della provincia di Agrigento) che hanno fatto e fanno cultura, che ci danno lustro e onore in tutti i settori del sapere e del fare, che fanno conoscere nel mondo la nostra madre terra, l’intelligenza, l’operosità e il cuore dei suoi abitatori.
Agrigento, Via Atenea

14) Per rianimare il cuore di Agrigento, specializzerei la Via Atenea sfruttando il grido di tanti commercianti che, alle prese con una crisi senza precedenti, gridano: “Porca buttana!”. Aprirei negozi, ristoranti, bar, night club, librerie, consultori, panifici, svaghi dedicati all’amore.
15) Contro il traffico e lo smog eliminerei le auto e anche i mezzi pubblici a petrolio e istituirei l’obbligo di circolazione ‘mpiduni;
16) Istituirei l’industria callifuga per lo sfruttamento dei fuggevoli calli dei piedi e inviterei le scuole cittadine a imporre tra le materie di studio la calligrafia;
17) Con le moderne tecnologie sfrutterei il movimento naturale dei passeggiatori del Viale della Vittoria (per esperienza personale si coprono diversi chilometri e neanche te ne accorgi) per la produzione di energia elettrica (dall’eolico al pedalico).
Agrigento, Scala turistica

18) Utilizzerei a fini produttivi e occupazionali anche l’energia endogena che si accumula nei corpi degli esseri umani nei momenti di arrabbiatura, sfruttando lo stesso meccanismo delle pale eoliche che più girano e più producono energia e profitto.
19) Istituirei una tassa per il diritto di pronuncia nel mondo del nome di Luigi Pirandello: ognuno che si appresta ad articolare le sillabe del suo nome deve prima corrispondere alla famiglia e alla città d’origine il diritto d’autore.
20) Istituirei la tassa di godimento dei tesori locali: un tributo per vivere i templi, i monumenti, le spiagge, il mare, i paesaggi, i mandorli, i profumi, il sole, l’aria, l’alito degli uomini e delle donne di Akràgas.

Sicilia, tramonto al mare

21) Potenzierei la stazione ferroviaria facendo delle promozioni sui biglietti di arrivo e facendo sparire i biglietti di partenza.
22) Non mi lamenterei del sindaco che ho votato, eletto all’unanimità del mio consenso. Mi darei piena fiducia.
23) Cederei il mio posto di capo di governo a un tedesco o a una tedesca come Angela, Angela Merkel (talè! mu ca la chiamu!) con l’impegno protocollato di portare Agrigento prima nella classifica delle migliori città d’Italia e prima tra migliori città d’Europa, superando con merito e senza aiuti arbitrali anche le città della stessa Germania (alla fine, però, lascerei il posto a un concittadino, un agrigentino figlio di una terra gravida di personalità capaci, competenti, entusiaste, conscienziose, autorevoli, folli al punto giusto).

Tutto questo se fossi Sindaco di Agrigento. Ma non lo sarò mai, neanche all’unanimità del mio voto, neanche per alzata di mano, neanche per alzata di piedi, neanche per acclamazione, neanche per sbaglio, neanche con un viaggio perenne ‘mpiduni, vapuli vapuli, al caro San Calò che farei Sindaco subito.
Lo so, non ne sarei in grado.

Comune di Agrigento

Sincerissimi auguri a chi, animato da buone intenzioni, si candiderà alla guida della mia città alle prossime elezioni amministrative, ruolo serio, oneroso, di grandissima responsabilità e impegno assoluto, senza scherzo. Spero che il nuovo Sindaco eletto dai cittadini prenda fuggevole visione del programma sopra illustrato. Può anche stracciarlo, riderci sopra. Non importa. La cosa più importante è che lavori con amore per dare anima, forza, speranza, futuro e anche sorriso a una terra che porto dentro e che ogni giorno penso e respiro.

Raimondo Moncada

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