Come utilizzare a fin di bene la forza distruttrice dei Black-bloc

Ogni volta la stessa storia. Si infiltrano in un corteo di protesta pacifico e incendiano, distruggono, tutto ciò che incontrano: negozi, banche, auto di semplici cittadini. Con caschi, maschere antigas, spranghe e pietre attaccano pure le Forze dell’Ordine. 

Non basta la protesta, legittima, per esprimere il proprio dissenso. Bisogna rovinare la protesta e distruggere, devastare anche il negozio di chi sta per chiudere, dopo tanti sacrifici, perché l’economia non gira. Contro tutto ciò che rappresenta il sistema. 

I resoconti giornalistici si ripetono uguali in qualsiasi parte del mondo quando si parla di Black-bloc. A farne le spese, il Primo Maggio, la città di Milano nel giorno della grandiosa inaugurazione dell’Expò, con gli occhi di tutto il mondo puntati sull’Italia per l’inaugurazione dell’esposizione universale.
Un evento unico e straordinario, e a sentire le radiocronache anche un successo dopo tanto pessimismo.
Le immagini di distruzione a Milano hanno fatto il giro del mondo con una proliferazione di commenti di indignazione e di condanna in tutti i social.
Ma perché, ci si è chiesti, questi continuano incolpevolmente a seminare devastazione ovunque? Niente si può fare?
A questa domanda una risposta si potrebbe fornire. Dando seguito alle ultime ricerche psicologiche, nel campo delle neuro scienze, si potrebbe sfruttare a fin di bene una tale forza incontrollata, così come le conoscenze sulla bomba atomica sono state utilizzate per costruire centrali nucleari per produrre energia elettrica e accendere financo le lampadine dei cervelli.
Vediamo, dunque, di seguito, quelli che potrebbero essere alcuni ipotetici usi produttivi e con benefici collettivi della potenza mostrata dai Black-bloc riconosciuti universalmente in quanto presenti in tutto il pianeta.
1) Risolvere il problema dell’abusivismo edilizio. Si potrebbe dire che gli edifici costruiti senza licenza in tutto il territorio nazionale potrebbero essere ristrutturati per ospitare le delegazioni estere partecipanti a Expò;
2) Sgominare la mafia dell’immigrazione. Si potrebbe dire che i trafficanti di immigrati del nord Africa potrebbero diventare futuri organizzatori di Expò;
3) Risolvere il problema delle discariche di rifiuti in Sicilia. Si potrebbe dire che l’immondizia in eccesso potrebbero essere conservata per costruire future Expò;
4) Rottamare il vecchio parco auto delle forze di polizia. Si potrebbe dire che i veicoli di polizia e carabinieri potrebbero essere riciclati per il trasporto dei visitatori di Expò;
5) Ristrutturare ex novo la via commerciale di una metropoli. Si potrebbe dire che, rinnovata, la strada sarà messa al servizio della nuova Expò;
6) Smantellare senza costi aggiuntivi le costruzioni provvisorie di Expò alla fine dell’esposizione. Al termine di Expò, si potrebbe annunciare che i padiglioni temporanei saranno utilizzati per una esposizione permanente.
7) Annientare il terrorismo fondamentalista internazionale. Dire che i capi dell’Isis avrebbero il desiderio di prenotare un padiglione all’Expò per mettersi in mostra.
Avvertenza: ogni volta si dovrà organizzare una manifestazione pacifica di protesta nel luogo interessato.
Raimondo Moncada


La foto è tratta dal foto-racconto di Repubblica sugli eventi di Milano

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Proudly powered by WordPress | Theme: Baskerville 2 by Anders Noren.

Up ↑