Il mio primo mare! con giacca, mutande e papillon

Finalmente mare! Il mio primo mare della stagione. Un po’ di serenità, ma non di spensieratezza, in spiaggia. Tutti a guardarti, tutti a squadrarti dalle spalle alla vita, pure il collo e il colletto, nei loro costumi da bagno nuovi o in costumi ritrovati nel cassetto ancora puzzolenti di naftalina a coprire le uniche parti del corpo che conviene tenere coperte in pubblico perché il pubblico vede e giudica. 
“Ma che avete da guardare?”
Mi passa davanti un uomo dall’età avanzata. E’ quasi nudo. Accaldato. Un intero corpo sudato. Non ha un costume, ma una  mutanda, ridente, sotto il primo rovente sole di giugno che spalanca le porte all’estate 2015. 
Mi guarda anche lui, l’uomo dall’età avanzata. E mi guarda pure la sua mutanda. Mi guardano tutti, o col costume o con la mutanda o senza indumento. 
Sono dissonante. Lo percepisco. Non sono uguale a loro. Mi fanno sentire diverso. Mi mettono a disagio. Mi sento a disagio. Ma che ho di così strano, di così sgargiante, di così non convenzionale che non va, che fa pensare e parlare così tanto la gente? 
Mi perseguito da raffiche di domande. 
Sarà forse la mia giacca? O sarà il suo colore, azzurro come il mare?
Sarà il colore? Me ne convinco: è il colore. 
La prossima volta indosserò una giacca come la sabbia. E proverò ad andare in costume o in mutanda, con tanto di papillon al collo, a una cerimonia di gala in cui è d’obbligo l’abito intero, elegante. Non so però con quali colori. Sono sempre indeciso. Una mutanda monocolore dovrebbe farmi fare bella figura. 
Viva la Repubblica! Viva la Democrazia e la Libertà! Anche di pensiero. 
Raimondo Moncada

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