Si buttano via pure le lettere. Senza parole!

Si buttano via pure le lettere. 
Perché?
Come si fa a privarsi di una elle?
La vediamo dentro uno scatolone, pronta a essere raccolta dagli operatori ecologici, introdotta nella pancia dell’autocompattatore e portata in discarica dove chissà quante altre consonanti e altre vocali ci saranno in attesa di essere triturate o riciclate (con una erre che prenderà la forma di una elle per non capirci più nulla o esprimerci come i cinesi in Italia).
Perché disfarsi delle lettere?
Senza una elle non esisterebbe la libertà. In un regime dittatoriale non si potrebbe gridare per il diritto universale alla ibertà.
Nessuno ti capirebbe.
Senza elle non potremmo più avere in Sicilia i profumati limoni e le gustose granite.
Senza la elle il letto diventerebbe etto e sull’etto non si potrebbe di certo riposare e senza riposo saremmo destinati a stare sempre svegli e a morire a occhi aperti. 
Senza la elle potremmo giocare al numero otto invece che al lotto.
Non avremmo neanche a disposizione una tagliente  lama per raderci la barba o per depilarci altre parti del corpo.
Solo in quest’ultimo caso, a ben pensarci, ne otterremmo un bel guadagno. Senza la elle, non avremmo la lama ma solo un bella esortazione: ama! 
Amiamo le lettere. Non buttiamole via. Parliamone.
Raimondo Moncada

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