Nel giorno della memoria, una lezione nel ricordo di Gildo Moncada

Nel giorno della memoria, della Shoah, ricordo un giovane siciliano che, in quei tragici momenti della seconda guerra mondiale, all’età di sedici anni, scelse di combattere con i partigiani, in Umbria, in luoghi a lui sconosciuti. Quel giovane, Gildo Moncada, che per tutta la vita portò addosso le stigmate di quella scelta, diventerà mio padre.  

Lo ricordo con una breve biografia. È il mio regalo di compleanno. Oggi, 27 gennaio 2016, avrebbe compiuto 88 anni. Sono notizie essenziali, riportate anche sul sito nazionale dell’Anpi. Sono tratte dalla sua storia, ancora inedita, ricostruita e scritta in questi anni con il contributo di mia madre, di fratelli, cugini e zie che, con mio padre, hanno vissuto in tenera età la tragedia di una guerra vista sempre più in lontananza in foto in bianco e nero, oggi rivissuta allo stesso modo negli occhi di profughi costretti ad abbandonare il proprio paese in fiamme.  
È la storia di un ragazzino sradicato dalla sua terra, con la famiglia, catapultato in Umbria dopo un viaggio avventuroso lungo una Sicilia bombardata. È la storia di un bambino diventato troppo presto uomo, del suo contributo alla lotta partigiana, del suo ferimento, delle tormentate operazioni, dei suoi sogni infranti, della sua voglia di ricominciare e di riprendersi in mano la vita anche con una sola gamba in un paese in macerie, tutto da ricostruire. 

Una storia semplice, per non dimenticare. Perché il ricordo, quando ti vive dentro, è una lezione di vita.  


GILDO MONCADA
Gildo Moncada, giovanissimo partigiano, grafico e pittore, nasce ad Agrigento il 27 gennaio 1928. Muore all’età di 69 anni, il 2 luglio 1997 nella sua città.    
Fa parte della Brigata “Leoni”, guidata dalla medaglia d’oro al valor militare Mario Grecchi, operante in Umbria e dipendente dalle ricostituite Forze Armate Italiane e dalle Forze Alleate anglo-americane.
Gildo Moncada diviene partigiano, volontario, a 16 anni. Lascia la famiglia – stabilitasi dalla Sicilia a Perugia, prima di altre tappe – per salire sui monti umbri e dare il proprio contributo alla Resistenza.
Risalgono al 19 e 20 giugno 1944 le sue prime foto in divisa partigiana, fiero, durante i giorni della Liberazione di Perugia alla quale prende parte, foto che in qualche modo fa avere ai familiari per rassicurarli sul suo stato di salute.
Durante la liberazione di San Sepolcro (in provincia di Arezzo), viene gravemente ferito il 28 luglio 1944.
Rientrato in Sicilia alla fine degli anni Cinquanta, mutilato a una gamba e con altre menomazioni fisiche, è sempre tra gli organizzatori della festa del 25 Aprile nella sua città, a fianco del partigiano Salvatore Di Benedetto con cui guida per decenni l’Anpi in provincia di Agrigento, senza mai dimenticare gli anni della lotta per la libertà e la democrazia dandone sempre viva testimonianza.
In Sicilia, trasferisce il suo impegno per gli altri nell’attività politica col Pci riprendendo la sua passione per l’arte. Allestisce apprezzate mostre di grafica e di pittura anche nei luoghi dove è stato partigiano, riprendendo i temi a lui cari come quelli della libertà, della pace, della solidarietà, dei diritti, del lavoro, con  il cuore sempre al riscatto della sua terra e alla tutela delle sue bellezze storiche, monumentali e paesaggistiche.
Dopo aver abbandonato in Sicilia la scuola per seguire in Umbria la famiglia, le tormentate operazioni e le terapie a cui è sottoposto per guarire dalle ferite della guerra di Liberazione, riprende gli studi grazie ai convitti scuola della Rinascita, patrocinati dall’Anpi, prima a Roma e poi a Milano, con noti insegnanti tra cui Renato Guttuso e Albe Steiner. 
Tra gli attestati ricevuti, il Diploma d’onore ai combattenti per la libertà d’Italia 1943-1945” conferitogli il 19 giugno 1984 dal  presidente della Repubblica Sandro Pertini.
Raimondo Moncada

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