E poi ti vedono, diverso, non vestito per l’occasione, come vestono tutti gli altri o tutte le altre che, sempre per l’occasione, sono truccate, con calze retate e capelli parruccherati.
E ti giudicano con i radar oculari. Perché il dentro, alla fine della messa, viene giudicato dal fuori, dal vestito.
È come quando vedi dall’ortolano la buccia marcia di una banana, inizialmente maculata e poi completamente incenerita. E scarti o butti il frutto, pensando che la banana sia marcia fuori e conseguentemente anche dentro. Poi, superando il pregiudizio iniziale e strutturale, togli la buccia e dentro ti ritrovi davanti agli increduli occhi la verità: puoi trovare l’atteso marcio così come puoi trovare la bontà che coincide con la perfetta maturità della banana: il frutto del frutto!
Ma anche io sto giudicando, lo so. È un automatismo. La specie umana, per facilità, valuta per categorie. Abbiamo bisogno delle categorie per distinguere il bello dal brutto, per selezionare il buono dal cattivo, anche se le categorie non coincidono con la realtà.
Buona Pasqua senza vestiti. Auguri alla nuda essenzialità delle persone.
Raimondo Moncada
www.raimondomoncada.blogspot.it
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