Scuola Rodari di Raffadali rende omaggio al partigiano bambino

Dieci anni è un’età per cominciare a “combattere” per la libertà, i diritti, la legalità. Combattere a scuola, studiando l’esempio degli eroi che in Sicilia hanno combattuto contro la mafia, che nel nord Italia hanno combattuto contro il nazifascismo nel movimento di Liberazione, che nel mondo  hanno combattuto per un ideale, un valore, un diritto, sacrificando la propria vita. Combattere per il proprio futuro prendendo coscienza, fin da piccoli, fin dalla più tenera età, di quello che è stato e di quello che è.

Ecco l’insegnamento di uno spettacolo andato in scena ieri sera a Raffadali, saggio finale degli scolari delle quinte classi, A e B, del plesso “Rodari” dell’istituto comprensivo “Alessandro Manzoni”. Una rappresentazione che mi ha particolarmente emozionato – e al ricordo mi emoziona ancora – perché nel segmento dedicato a tre protagonisti della Resistenza, i bambini del plesso “Rodari” hanno anche ricordato mio padre, Gildo Moncada, rievocandone la storia ispirata al libro Il partigiano bambino (una copia è nella biblioteca della scuola). Il suo contributo alla guerra di Liberazione è stato messo accanto a quello di Salvatore Di Benedetto e di Vittoria Giunti (si è ricordato il libro di Gaetano Alessi). Storie d’altri tempi, legate sulla scena da canti intonati, senza musica, solo con una flebile voce, da una bambina, col coro dei compagni di classe: Fischia il vento, Fratelli Cervi e Bella Ciao. 
Uno spettacolo composito, dal titolo “Un mondo diritto”, presentato da Lucia Alessi, con testi storici, canti, poesie, coreografie che hanno ricordato anche gli eroi della lotta alla mafia come i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, don Pino Puglisi, lo scrittore Pippo Fava. Bambini hanno recitato a memoria gli articoli più importanti delle carte universali dei diritti dei bambini, con il diritto di vivere una vita in pace, serena; il diritto a una crescita sana, ricca di stimoli e di giochi; il diritto a una esistenza adatta all’età, senza orrori, schiavitù, ignoranza. 
È questo il valore educativo della scuola, hanno evidenziato nei loro interventi conclusivi la preside e la vice preside dell’istituto comprensivo “Manzoni”, Assunta Accurso Tagano e Maria Bruno. Una scuola aperta, impegnata, sensibile, che fa pieno uso di strumenti didattici fondamentali come il teatro, il canto e la danza, aiutando i ragazzi a crescere e a esprimersi con il loro estro e la loro unicità.
Complimenti, per il lavoro, alle insegnanti Ivana Di Noto, Genny Farruggia e Nonetta Vecchio. E complimenti per la collaborazione ai genitori.  
Lo spettacolo “Un mondo diritto” è stato concluso con la canzone “Evoluzione” del cantautore bolognese Luca Taddia, in cui si parla di “una speranza di massa”, tratta dal bellissimo e omonimo album dei Fev. È lo stesso Luca Taddia che mi sta accompagnando durante le presentazioni in Emilia Romagna del libro Il partigiano bambino, edito da Ad Est, creando con la sua voce atmosfere da brivido, proponendo all’attento pubblico anche le canzoni cantate ieri dai bambini del “Rodari” di Raffadali. Ci sono dei passaggi della canzone “Il paese delle favole”, dell’album “Nebbia bassa” dei Fev, che colgono tutti i messaggi dello spettacolo di Raffadali: “Voglio vivere in un posto, in un posto senza guerre, in un posto senza dittatori, in un posto riparato dagli orrori; pieno di luci colorate di canzoni, di risate”. 
Viva la scuola! Viva le vere emozioni! Viva la forza e l’esempio dei bambini di Raffadali! 
Raimondo Moncada

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