Nessuno scende in piazza per il Sud, contro l’agonia di un pezzo d’Italia.
Nessuno scende in piazza per il lavoro.
Nessuno scende in piazza per chi perde il lavoro.
Nessuno scende in piazza per i poveri che diventano sempre più poveri.
Nessuno scende in piazza per la difesa dei diritti calpestati.
Nessuno scende in piazza per chi muore di fame.
Nessuno scende in piazza per i dimenticati.
Nessuno scende in piazza per la fuga dei cervelli all’estero.
Nessuno scende in piazza per dire no alla guerra in Siria e ad altre mille guerre di cui non si parla.
Nessuno scende in piazza per le stragi di bambini.
Nessuno scende in piazza per le stragi occultate.
Nessuno scende in piazza per la pace, contro la guerra, contro il terrorismo.
Nessuno scende in piazza per il disarmo, contro la proliferazione nucleare.
Nessuno scende in piazza per la civiltà, contro le mafie, contro il femmincidio.
Nessuno scende in piazza per l’acqua che si riduce e che diventa più cara.
Nessuno scende in piazza per l’aria, contro l’inquinamento.
Nessuno scende in piazza per costruire il futuro per i nostri figli.
Nessuno scende in piazza per difendere le conquiste della storia.
Nessuno scende in piazza per le libertà minacciate, contro l’odio.
Nessuno scende in piazza per gli uomini, per le donne, per gli anziani.
Nessuno scende in piazza per me (e ci può stare!).
Nessuno scende in piazza neanche per vedermi, solo, in piazza, seduto su una panchina, sordo alle voci circostanti, cieco alle presenze del mondo, a digitare sul mio smartphone che nessuno scende più in piazza.
Raimondo Moncada
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