Il Carnevale di Sciacca e la sua storia ultra secolare

Carnevale di Sciacca - particolare carro allegorico

Dettaglio di un carro allegorico del Carnevale di Sciacca 2019


Il secolo lo ha superato da tempo. Ma a differenza degli uomini che invecchiano e si vede, il Carnevale di Sciacca ringiovanisce in bellezza di anno in anno mantenendo inalterato il suo fascino. Ogni edizione ti fa sgranare gli occhi per le meraviglie che autentici maestri riescono a realizzare. L’arte la vedi, la tocchi, l’ascolti, la vivi, in ogni aspetto: nel dettaglio di un carro allegorico, nel taglio di un costume, nel ritmo di un inno, nella battuta di una recita, nel passo di una coreografia. Tutto è curato, niente è lasciato al caso. 

Il Ministero dei Beni Culturali ha inserito il Carnevale di Sciacca nell’elenco dei Carnevali Storici d’Italia. La speciale Commissione istituita dall’Assessorato Regionale ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana ha deliberato il suo inserimento nel nuovo Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia con questa motivazione: 
“Il Carnevale di Sciacca viene unanimemente accettato per chiara fama in quanto esso, già documentato nel 1626 e nell’Ottocento citato da Giuseppe Pitrè, coinvolge gran parte della popolazione, vuoi per la laboriosa preparazione dei carri che nella fruizione della festa stessa. Fin dal 1882 si accetta la composizione di testi dialettali che accompagnano gruppi e carri nel corso della manifestazione”. 

Il Carnevale di Sciacca, secondo lo studioso Giuseppe Verde, nasce come “appuntamento di panza”. Ne ha parlato in un convegno nella biblioteca comunale “Aurelio Cassar”. Come appuntamento gastronomico, il Carnevale di Sciacca risale addirittura al 1626. Era un momento di augurio, di origine contadina, che poi si svilupperà dalla fine dell’Ottocento con le mascherate, i copioni, i carretti e poi le “carruzzate” trainate inizialmente da animali e con un gruppo di artisti popolari sopra a intrattenere il pubblico, con suoni, canti e recite. 

Carnevale di Sciacca - carro allegorico Peppe Nappa

Il carro della maschera simbolo del Peppe Nappa 2019


L’evoluzione ci ha portato allo spettacolo che oggi ammiriamo nelle vie del centro storico e in piazza Angelo Scandaliato, con i coreografici gruppi mascherati che sfilano accompagnando imponenti carri allegorici, che le maestranze hanno trasformato in veri e propri capolavori di modellazione, colori e animazione. 
Uno degli elementi più caratterizzanti del Carnevale di Sciacca, che lo rende unico in Italia, è quello legato ai copioni satirici, recitati durante lo svolgimento della festa. Il primo copione di cui si ha notizia risale al 1883. Risulta essere Riunioni in una cantina di tutti li vuttara di Sciacca. L’autore è Luigi Venezia (tra gli autori di copioni anche fior di poeti saccensi come Vincenzo Licata e Ignazio Russo). 
Lo studioso Giuseppe Verde distingue quattro fasi storiche del Carnevale di Sciacca: la prima fase del “carnevale vecchio” va dal 1883 al 1949 e si caratterizza per la presenza di mascherate con copioni (dal 1883) e carri con copioni (dagli anni Venti). Dal 1950 al 1967, è individuata la seconda fase del “carnevale vecchio”: alle mascherate e ai carri con copioni si aggiunge la presenza dei bozzetti grafici. 
Tra la seconda e terza fase, ci fu uno stop di sei anni, a seguito del terremoto che nel 1968 colpì la Valle del Belice. 
La terza fase del “carnevale vecchio” viene collocata tra il 1974 e il 1983 ed è caratterizzata dalla presenza di carri con copioni e bozzetti grafici. 
“Dopo cento anni dal suo inizio – ci dice Pippo Verde – cominciò a delinearsi una progressiva ma netta diversificazione tra il vecchio e il nuovo carnevale: per la prima volta fu redatto un bando apposito per regolamentare i gruppi mascherati, uno dei quali si piazzò davanti al carro SOS che cominciò a sfilare a terra (fino all’anno precedente i gruppi animavano spontaneamente sopra il carro per tutta la sfilata)”. 
Dal 1983 vennero costruiti i plastici in scala, l’inno cominciò a essere registrato, i carri con i gruppi a terra cominciarono le loro trasformazioni tecnologiche con le strutture portanti realizzate in ferro ricoperto da reti metalliche e fogli di carta e poi con altro materiale leggero. I copioni cominciarono a sganciarsi dalla rima e anche dal dialetto locale. 

Il Carnevale di Sciacca è arrivato ai nostri giorni mantenendo sempre alta la qualità artistica. Un’attrazione irresistibile che ho cominciato a vivere per la prima volta ai tempi del liceo (siamo negli anni Ottanta) quando, da Agrigento, lo raggiungevo in costume con la mia comitiva di amici. Anche nell’edizione 2019, il Carnevale di Sciacca si presenta sempre come un evento coinvolgente, in cui anche il pubblico è protagonista di uno spettacolo senza transenne che è un’opera d’arte in tutto il suo insieme. 

Raimondo Moncada 

www.raimondomoncada.blogspot.it

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