Non ci sono più gli scecchi volanti di una volta


“Cridiri o sceccu chi vola!”. Così si dice dalle mie parti, in Sicilia, nella colorita lingua siciliana: “Credere all’asino che vola!”. Qualcuno ha sempre creduto agli scecchi volanti, ancor prima dell’avvento di internet, dei social, e delle famigerate fake news. Ora sembra esserci un’invasione nei cieli viola di tutto il mondo. Quel qualcuno sembra avere la compagnia di moltitudini di credenti che condividono a manetta ogni scecco che spunta da un angolo di Facebook o di Twitter o di un sito internet dal nome fantasioso che lancia nei cieli verdi scecchi volanti da far condividere secondo le proprie convinzioni (condividiamo ciò che conferma le nostre idee).

Io ne ho visto uno plastico, artistico, tra i carri allegorici del Carnevale di Sciacca e ne do testimonianza, condividendolo, per il trionfo della verità. Perché la verità non è più la verità per come l’abbiamo sempre conosciuta. Siamo ormai al post. E ognuno si crea la propria e crede a quella degli altri anche se non ha alcun collante con la realtà: verità di cartapesta. Insomma, non ci sono più gli scecchi volanti di una volta, quelli della mia infanzia quando trionfava l’innocente, pura, non aggressiva, fantasia. Ma in tanti non ci fanno più caso. Il troppo di Internet (con i nuovi e troppo sperti padroni) ci sta rendendo ciechi (per non dire scecchi).

Raimondo Moncada

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