Leonardo Sciascia e il suo editore di Sciacca



Leonardo Sciascia è legato alla città di Sciacca. A Sciacca ha preso le mosse il suo celebre romanzo Il giorno della civetta; a Sciacca ha dato alle stampe un suo scritto. Su com’è nato il Giorno della Civetta, Sciascia riferisce a Marcelle Padovanì nel libro intervista La Sicilia come metafora: “Mi è stato ispirato dall’assassinio ad opera della mafia, a Sciacca, del sindacalista comunista Miraglia”. Del suo editore saccense sento parlare nel corso della registrazione al multisala Badia Grande di una puntata di Vesper al cinema, condotta su Tele Radio Monte Kronio dal direttore Massimo D’Antoni. La puntata è dedicata a Leonardo Sciascia, con ospiti in studio il sindacalista Pippo Di Falco, il giornalista Salvatore Picone, il critico d’arte Tanino Bonifacio, lo scrittore Enzo Randazzo, il fotografo Angelo Pitrone. Sono in collegamento telefonico i giornalisti Felice Cavallaro e Gaetano Savatteri.

Dell’editore saccense parla Pippo Di Falco, intellettuale di Racalmuto alla ribalta negli ultimi mesi per la sua decisione di acquistare l’appartamento dove Leonardo Sciascia visse i suoi primi quarant’anni, per renderlao fruibile al pubblico come casa museo, centro studi e luogo di lettura. Pippo Di Falco cita Nuccio Galluzzo suscitando l’applauso del pubblico presente alla Badia Grande: 

“Voglio ricordare una persona, e non solo perché siamo a Sciacca. Una persona forse un po’ dimenticata. Uno dei libri originali di Sciascia, piccolino, ha avuto come editore Nuccio Galluzzo: Il mito del Vespro. Un libro bellissimo. L’ho avuto allora in regalo proprio da Nuccio Galluzzo. E lo voglio ricordare perché è stata una persona straordinaria. Il mito del Vespro è tra l’altro introvabile. Ho altri libri di Nuccio Galluzzo. Ma quello di Sciascia è una pubblicazione importante. Lo scritto gliel’affidò proprio Sciascia”. 

“Un personaggio, un editore, un uomo di cultura, e anche un artista”, conferma Massimo D’Antoni nel rievocare la figura nella sua complessità, conosciuto da chi ha una certa età e non dalle nuove generazioni (in sala siedono diverse scolaresche). 

A Nuccio Galluzzo, nel giugno del 2013, è stato dedicato un momento di ricordo nel corso della quarta edizione del LetterandoinFest. Ne trovo traccia nel catalogo della rassegna. Nella scheda di presentazione (da cui prendo la foto, in composizione artistica) si parla di “omaggio alla  poliedrica figura dell’intellettuale saccense che, a cavallo degli anni ’60/’70, diede il via a diverse iniziative culturali nella città termale. Editore, poeta, musicologo, critico d’arte, gallerista, Nuccio Galluzzo coltivava il sogno di una Sciacca colta, capace di riscattarsi attraverso la cultura, il sapere, il fluire delle idee”. Un incontro con Franco Lo Bue, Nello Bongiorno e Primo Veneroso “alla riscoperta della figura e del contributo che Nuccio Galluzzo ha saputo dare all’intero territorio con il suo pensiero, le sue idee, le sue poesie e con la sua ‘editoria minima’, con la quale pubblicò, in numero limitato, piccoli volumi di opere ormai fuori commercio”.

Cerco la pubblicazione con autore Leonardo Sciascia  al Comune di Sciacca, ente presso il quale Nuccio Galluzzo ha lavorato per tanti anni ricoprendo incarichi importanti e dove i colleghi lo ricordano ancora con affetto esaltandone l’impegno, la competenza, le doti umane, la cultura, i contatti con grandi personalità. Il mito del Vespro è custodito nella biblioteca comunale di Sciacca “Aurelio Cassar”. Nella copertina, senza alcuna immagine, con solo titolo e nome dell’autore, è stampato in basso il logo e il nome dell’editore: Nuccio Galluzzo. Nella prima pagina scritta viene spiegato di cosa si tratta: “Questo saggio sul Vespro che ripubblichiamo, ricorrendone quest’anno il settimo centenario, Leonardo Sciascia lesse al Convegno di Studi Verdiani nel 1973, a Torino, per l’inaugurazione del nuovo Teatro Regio. Inaugurazione che si ebbe sotto il segno di Verdi e dei suoi Vespri Siciliani”. Nell’ultima pagina, viene aggiunto che “Il mito del Vespro di Leonardo Sciascia è stato stampato in edizione fuori commercio da Vito Quartana tipografo in Sciacca in centoquindici copie il 2 settembre 1982”.

Un libro da leggere per approfondire una pagina di storia che ci appartiene, tra mito e verità. Leonardo Sciascia scrive tra l’altro: “Quelli che fecero il Vespro, che si mossero a gridar ‘Mora, mora!’ contro lo straniero, contro l’oppressore, in nome della loro fame e della loro passione, non seppero se servivano la rivoluzione o la controrivoluzione, né se le generazioni a venire avrebbero avuto sotto la Spagna un destino tanto più opaco e triste di quello che avrebbero potuto avere sotto la Francia. Fecero, con una rapidità e una violenza mai più vista, un grande tentativo di mutare la loro sorte, di restituirsi alla dignità. E questo seppero cogliere, ‘inventando il vero’, Michele Amari e Giuseppe Verdi”.

Una città, Sciacca, che può dunque vantarsi di un editore che ha pubblicato Leonardo Sciascia, aggiungendosi così alla lista dei suoi più blasonati editori quali Einaudi, Bompiani, Sellerio e Adelphi. 

Raimondo Moncada

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