Augurare la morte ai virus


Vorrei dopo tre anni ritornare a Bruxelles per verificare di persona l’esistenza dell’Europa perché, in questi giorni accoronati, mi sono più volte chiesto: “Ma sono ancora in Europa?”. 
Perché io credo nell’Europa, non in quella sulla carta, non in quella dei numeri, ma in quella che in casi come quello dell’arrivo in tutto il nostro anziano Continente di un esercito di invisibili microrganismi dalla Cina, interviene con forza coordinando un’azione comune a difesa di tutti i paesi. A questo serve l’Unione: a difendere, a farsi sentire, a essere visibile e non invisibile come il virus. 
Per adesso, nella serietà, nella cautela, nello sforzo enorme sviluppato e da sviluppare, nel sacrificio da medaglia d’oro di tanti operatori della Sanità pubblica nazionale (il privato che fa?), ridiamo, ridiamo, ridiamo perché ridere ci rafforza il sistema immunitario e al virus questo dà un fastidio da morire e il nostro obiettivo unitario deve essere proprio quello di farlo morire (solo in questi casi, quello dei virus, è consentito dall’umana legge di augurare la morte).
Raimondo Moncada

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