Il moscerino cattivo è una favola di Raimondo Moncada. È lo stesso autore a dare voce a una storia che prova a raccontare ai bambini il dramma dell’Italia vissuto nei primi mesi dell’anno 2020. La favola mira a insegnare ai più piccoli come comportarsi in casi estremi in cui viene richiesto agli umani di rinunciare per lungo tempo al bisogno di abbracciarsi e baciarsi con genitori e nonni e di lottare tutti assieme stando chiusi a casa, per vincere una guerra mai combattuta prima dall’umanità, contro un nemico invisibile e letale: il coronavirus, nome in codice Covid-19.
Nella disperazione una lucina di speranza perché la speranza dà energia alle buone azioni. Il moscerino cattivo è, dunque, un appello in favola a essere uniti, grandi e piccini, e a mettere in atto i continui inviti delle autorità nazionali e locali per affrontare con consapevolezza e senso di responsabilità il sacrificio richiesto: la guerra non convenzionale contro il coronavirus si vince questa volta non impugnando un fucile, ma resistendo alla tentazione di mettere il piede fuori dalla porta, di stare ben distanti dagli altri e di non toccarsi il proprio volto, la propria identità.
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