Camilleri siciliano per Camilleri piemontese

Camilleri siculo per Camilleri piemontese. La lettura siciliana di un brano del genio di Vigata per farne conoscere e apprezzare, in periodo di limitazioni didattiche da pandemia, l’opera e la lingua alla popolazione del primo istituto scolastico in Italia a essere dedicato al padre del commissario Montalbano, al Nord.
È l’iniziativa del dirigente dell’istituto comprensivo “Andrea Camilleri” di Varallo Pombia, comune di cinquemila abitanti in provincia di Novara, in Piemonte, da alcuni giorni zona rossa. Il nome del dirigente è Giuseppe Amato, sicilianissimo di Agrigento.
E che cosa ha fatto Amato? Mi ha chiamato (scusate la rima, avrei potuto scrivere contattato perché in effetti mi ha inviato un messaggio) e mi ha chiesto la lettura di una pagina di Andrea Camilleri da condividere con i suoi alunni, con gli unici strumenti per adesso a disposizione per comunicare, per stare uniti, per interagire, per conoscere, per imparare, ovvero un video.

Ho accettato con piacere, scegliendo un brano in cui Camilleri descrive con ineguagliabile maestria, un ulivo saraceno per raccontare i pensieri del suo Salvo Montalbano. Il brano è tratto dal libro La gita a Tindari che, come scrive l’editore Sellerio nelle prime pagine dell’ultima edizione, quest’anno compie vent’anni.

Un modo per unire l’Italia dal Nord al Sud, celebrare il compianto Maestro e l’anniversario del suo immortale libro. E, quindi, promuovere i libri, la lettura, gli scrittori, gli editori e la scuola, e andare fieri della propria terra e dei suoi geni.

Raimondo Moncada

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