Processo a Roberto Mancini. Non se lo può scansare. È l’unico responsabile. Le scelte contro la Spagna le ha fatte lui mica i tifosi, mica i critici, mica i commentatori, mica gli ex allenatori, mica gli ex calciatori. Perché si è interstardito a insistere con due difensori in avanzato stato d’età che sì fino alla partita contro il Belgio sono stati due mostri ma dopo il Belgio era chiaro che li avrebbe dovuti cambiare. E poi perché questa squadra messa così male in campo con un centrocampo che non ha funzionato e degli attaccanti che non andavano messi in squadra per gli evidenti limiti già mostrati nelle precedenti partite nonostante i gol bellissimi e i passaggi vincenti. E i cambi? Perché non farli prima?
Mancini farebbe meglio a dimettersi prima di combinare prima di illuderci di essere una grande squadra con un gioco mai visto prima per bellezza e poi sul più bello ci fa vivere l’amarezza di non arrivare fino in fondo. Non possiamo soffrire così. I critici e i commentatori hanno sempre e comunque ragione.
Nessuno mi può accusare di sfruttare il risultato finale di Italia-Spagna per dire quello che ho scritto tre ore prima dell’inizio della partita alla fine della quale ogni critico, ogni commentatore seguirà un suo copione già scritto com’è sempre stato: avrebbe dovuto fare così, avrebbe dovuto fare colì. Dopo è troppo facile. Per questo, con tutti gli scongiuri del caso, sono l’unico al mondo a permettermi di farlo prima e questo fin dalle prime battute del comunque fantastico Europeo azzurro.
Raimondo Moncada
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