La ferocia social contro lo scultore di Livatino


Un giovanissimo artista, allievo dell’Accademia di Belle Arti “Michelangelo”, plasma un mezzobusto bronzeo dedicato al giudice Rosario Livatino, lo dona alla città di Agrigento, e da settimane viene massacrato da una critica continua, feroce, che non gli sta lasciando scampo perché il monumento – è la critica – non somiglia per niente al magistrato di Canicattì beatificato il 9 maggio 2021. 

A questo punto della critica social – forse eccessiva – non mi permetto di giudicare la somiglianza tra il reale e il rappresentato. Mi metto solo nei panni del giovane artista, della sua creatura, del suo gesto che è stato accolto fino all’istallazione della sua opera in uno spazio pubblico per ricordare il sacrificio di un giovane giudice nel luogo del suo ufficio. 

E lo dico non da agnellino, non da santo, non da chi non critica mai, non da moralista dell’ultima ora, perché non lo sono. Ma lo dico da chi sa cosa significa per un artista, e per un giovane, una pressione di tal genere che può arrivare a soffocarti.


Raimondo Moncada

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