Praticare l’umorismo, perché fa benissimo, perché dà felicità, perché è una medicina. Non lo dico io ma lo dice Papa Francesco. E lo ha affermato nel corso della sua storica intervista a “Che tempo che fa “, su Rai Tre, concessa a Fabio Fazio.
“Il senso dell’umorismo è una medicina – ha detto il pontefice, consigliando di pregare -, ti fa relativizzare le cose e ti dà una gioia grande e fa tanto bene”.
Jorge Mario Bergoglio ha invitato pertanto tutti a recitare, come fa lui da quarant’anni, la preghiera del buonumore di san Tommaso Moro: “Dammi, o Signore, il senso dell’umorismo, concedimi la grazia di comprendere uno scherzo, affinché conosca nella vita un po’ di gioia e possa farne parte anche ad altri”.
Nella lunga e densa intervista concessa a Fabio Fazio, Papa Francesco ha affrontato tanti temi importanti (i migranti, i poveri, le guerre, gli sconvolgimenti climatici, i mali della Chiesa, il rapporto con Dio Padre, la preghiera, il perdono, la famiglia, le sofferenze dei bambini), non sottraendosi ad alcuna domanda, anche privata, mostrandosi umano così umano da apparire divino (“non sono santo come i miei predecessori”) e allo stesso tempo rivoluzionario nelle sue risposte e nella sua prima presenza in una trasmissione televisiva.
La sua scelta di arrivare al cuore della gente tramite la tv farà storcere il naso a qualcuno, fermo a considerare la figura del Papa come sacra e, dunque, senza alcuna possibilità di fare cose ritenute non adatte al ruolo (dissacranti), limitandone così il raggio d’azione. Ma Francesco ha tirato dritto come sempre: dopo i social, ha deciso di fare un altro passo sorprendente, partecipando a un programma in televisione. Un passo inatteso, che ha rotto ogni schema, ogni sovrastruttura, ogni pregiudizio, ogni limite, ogni gabbia, ogni categoria, ogni rigidezza (ho letto “scandaloso”tra i commenti), mostrando un grande uomo, un grande Papa, un riferimento per chi soffre e cerca un medicina.
Raimondo Moncada
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