Ostile come i tifosi di Putin


Mi hanno dichiarato ostile.

Non mi era ancora capitato nel mio mezzo secolo di vita in pace, dopo la guerra vissuta da mio padre e dalla famiglia dei miei nonni, di entrare in una categoria bellica. 

Nel dichiarare l’Italia “paese ostile”, in un palazzo di Mosca hanno dichiarato ostile anche me. 

Io per il governo della Russia di Putin sono ostile così come sono ostili gli altri sessanta milioni di nativi italiani. Mi hanno dichiarato ostile anche se non ho dichiarato la mia ostilità ai russi. 

Ho manifestato solo il mio libero pensiero, come tanti altri italiani, contro un’azione sanguinaria, ingiustificata e ingiustificabile, che ha come vittima un popolo dichiarato ostile: il popolo ucraino. Questo il mio paese me lo permette. Non sono in una dittatura, non vivo in un paese autoritario, non sono sotto censura. Io manifesto il mio libero pensiero sul mio blog, sui miei social, in piazza, sul bus, e nessuno mi viene a chiudere la bocca, nessuno mi chiude internet, nessuno viene a prendermi di peso e ad arrestarmi. 

Ma sono ostile, termine che nella mia bella lingua ha tra i suoi sinonimi quelli di nemico. E non sono ritenuto nemico solo io in conseguenza della decisione del Governo del mio Paese ad applicare dure sanzioni contro la Russia di Putin per quel che ha ordinato contro l’Ucraina. Viene considerato “ostile” anche chi, italiano, ha dichiarato liberamente in Italia di essere con Putin, chi ha dichiarato liberamente e continua a farlo che Putin ha fatto bene a invadere l’Ucraina giustificando il bagno di sangue, chi tifa per lui per quello che è e per quello che fa e per quello che vorrebbe fare e per quello che dice. 

Siamo tutti nemici in quanto appartenenti alla categoria Italia. 

Nessuno mi aveva dichiarato ancora “ostile” per decreto, per legge, per sentenza inappellabile. Nessuno! Sarà l’amnesia di mesi in sofferta sospensione dalla normalità, ma non ricordo nel mio mezzo secolo di pacifica esistenza dichiarazioni di ostilità per il mio Paese natio, per la mia Patria (come si diceva una volta con un sincero sentimento di attaccamento, lo stesso sentimento che spinge tanti ucraini a lasciare ogni cosa e a prendere armi mai usate per cercare di resistere alla soverchiante forza dell’invasore). 

Pur non essendo ostile al popolo russo, che viene represso nei suoi tentativi di ostilità alla guerra in Ucraina, mi ritrovo nella lista nera del suo governo, che delibera quello che una sola persona pensa e decide perché ne ha i poteri, perché negli anni ha fatto modificare ogni legge per essere presidente in eterno. E la cosa bella, anzi brutta, bruttissima, è che tutte le future azioni che saranno deliberate contro gli ostili dei Paesi ostili andranno pure contro gli amici e i tifosi dichiarati di Putin, connazionali degli ostili dei paesi ostili. Gli amici e i tifosi di Putin in Italia pagheranno in ugual modo degli ostili di Putin  la sospensione dei rapporti con la Russia; pagheranno la condanna dell’invasione militare di uno Stato sovrano; pagheranno le reazioni alla minaccia nucleare (e auguriamoci che rimanga solo una minaccia) contro chi non si fa gli affaracci suoi; pagheranno gli aiuti alla popolazione ucraina; pagheranno anche loro il ritorno in piazza delle bandiere della pace e del grido “No guerra!” (“No war!”). E nulla potranno le scritte a carattere cubitale sui tetti delle loro case: “Io sto con te! Scansami”. Nulla potranno i loro ripetuti e continui post sui social: “Forza Putin”. La Grande Colpa sarà anche per loro essere italiani, essere europei, essere occidentali, essere nel Patto Atlantico, trattato difensivo sottoscritto dopo la tragedia della Seconda Guerra Mondiale con i russi alleati con l’Occidente, con l’America, per sconfiggere il nemico nazista e liberare popoli oppressi, paesi occupati, campi di sterminio… La propaganda utilizzerà ogni mezzo per convincere il popolo russo (e anche gli amici e i tifosi del loro presidente) che anche noi siamo Grandi Nemici della Russia, noi che siamo stati sempre amici del popolo russo come dimostrano i tanti italiani che da tempo hanno scelto la Russia come loro seconda patria, per viverci, lavorare, investire, fare affari, fare arte, mettere su famiglia; come dimostrano i tanti russi che per le stesse ragioni vivono tra noi, in Italia, piangendo per quello che sta accadendo, un massacro che per la  propaganda   non esiste o è stato provocato dagli stessi ucraini per dare la colpa all’esercito russo in una  guerra che non è guerra (è vietato definirla così, si rischiano 15 anni di carcere) ma operazione speciale contro neonazisti (per un patriarca, un religioso ortodosso, che diffonde l’amorevole parola di Dio, è un’azione giusta contro la lobby gay). 

E gli amici e i tifosi di Putin continuano a credere a lui, solo a lui, e alle notizie che fa diffondere anche a quelle che parlano di un intervento umanitario con giovani soldati russi morti in battaglia e ai cui familiari – ho letto su un giornale italiano – non viene restituito il corpo “per evitare di scatenare il panico” con il funerale che rimane sospeso e rinviato a dopo l’operazione speciale. 

Solo in un’ipotetica occupazione del nostro comune stadio, i tifosi potrebbero far valere il loro tifo a favore della squadra avversaria. 

Raimondo Moncada 

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