Quando ti abitui al denaro virtuale, al pagamento con bancomat o con carta di credito e il sistema bancario va in tilt, impazzisci. Non sai cosa fare, non sai se è la tua carta che non funziona, non sai come pagare un farmaco in farmacia, la spesa di Pasqua al supermercato, la pasta con le sarde che hai prenotato per il Venerdì Santo perché è buona tradizione e tu non hai il tempo per prepararla o non hai la stessa perizia della rosticceria. Sei come paralizzato davanti alla cassa, perché la tua carta che ha sempre funzionato d’un colpo risulta “inabilitata” e in tasca non hai liquidi, non hai banconote per sostituirla e non esporti a “malafigure”. Hai in tasca solo qualche moneta che però non ti permette neanche di acquistare una bottiglietta d’acqua minerale.
Vai per prelevare dei soldi da un qualsiasi bancomat e la macchina ti sputa indietro la carta. Il primo, il secondo, il terzo sportello… Non puoi prelevare e sei disperato anche perché c’è il ponte festivo di Pasqua e qualche spesa l’hai programmata per mangiare, per bere, per comprare l’uovo di cioccolato a tua figlia che è cresciuta ma se l’aspetta sempre. Una vecchietta entra pure in banca e chiede di fare l’operazione con il personale dello sportello umano e non automatizzato. Le dicono che i terminali sono out e bisogna attendere lo sblocco.
Incredibile! È successo oggi, 15 aprile 2022, Venerdì Santo con difficoltà, disagi, blocchi che mi sono stati segnalati dalla Sicilia, dalla provincia di Agrigento. Poi leggo i giornali online nazionali e mi rendo conto che non è solo la mia terra interessata. E immagini i disservizi e le liti (un camionista che in un autogrill ha già fatto benzina e va per pagare col bancomat non avendo contanti e ha urgenza di ripartire per la consegna della merce).
Ti chiedi allora preoccupato:
Cosa sta succedendo?
Qualcosa di passeggero, di transitorio?
Un guasto?
Un fastidioso disguido?
Chi è stato colpito?
È un problema generalizzato?
Perché questa brutta sorpresa a Pasqua?
C’è in corso un attacco hacker?
La situazione di stop ai prelievi e ai pagamenti elettronici è legata in qualche modo alla guerra in Ucraina e alla guerra ai Paesi che stanno con l’Ucraina e non con l’aggressore russo?
Perché tra gli istituti colpiti ci sono banche italiane, come Unicredit e Intesa Sanpaolo, presenti con i loro sportelli nell’ex Unione Sovietica?
Se fosse così, se ci fosse un attacco “nemico” al nostro sistema bancario, sarebbe un grosso danno alla popolazione, alle attività commerciali, all’economia e agli stessi istituti di credito che, forse, per tutelarsi hanno bloccato provvisoriamente il sistema lasciando senza soldi tutti, con gente che al supermercato ha dovuto lasciare la spesa di Pasqua per l’impossibilità di poterla pagare con banconote o con bancomat o carte di credito o con un Pagherò.
Come possiamo difenderci in questi casi? Cosa possiamo fare?
Proprio quando il POS è diventato obbligatorio per tutti e per tutto, mi viene da dire che non dovremmo abbandonare le antiche abitudini materiali (conservare sempre del contante) e riprendere, aggiornandoli, i saggi consigli dei nostri nonni che conservavano qualche loro sudatissimo risparmio “sutta u maduni” e “sutta u matarazzu”.
Intanto potremmo pensare a rispolverare il baratto. In cambio della spesa di Pasqua, potremmo lasciare in cambio al supermercato un copertone della nostra auto o la porta della nostra abitazione o la tenda della nostra finestra o le nostre scarpe puzzolenti. In qualche modo l’economia deve andare avanti e noi continuare a mangiare e a bere e a far mangiare e a far bere.
Perdono e ringrazio i responsabili: costringendo a un forzato digiuno, hanno consentito un forzato risparmio che potrà essere utilizzato per Ferragosto o per Natale o per una qualsiasi festività. Buon anno!
Raimondo Moncada
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