Ascolto la pioggia battere sul tetto di casa.
Sembra poesia, ma non lo è.
Va e viene, con violenza, trasformando in oceano ogni asfalto fuori dalla finestra.
Greta ci aveva avvertiti e noi l’abbiamo presa per pazza mentre i pazzi siamo noi, da rinchiudere nei chiusi manicomi, impazziti da un clima incontrollabile.
Appena ieri tanti amici condividevano foto a mare, in acqua, riscaldati da un sole fuori tempo e avvolti da un azzurro non novembrino.
Gioia pura.
Oggi mi aspetto le stesse festose immagini, bagnati dall’acqua del mare e dall’acqua della pioggia, metà e metà, mentre io me ne sto sotto le coperte, disteso sul divano, a dare conforto al corpo richiedente, ad ascoltare la pioggia sopra la mia testa battere insistentemente contro il mio apparente sicuro riparo in tegole e a rispondere a Lucia, che mi scrive di essere stata sorpresa e “assammarata” fradicia da un’improvvisa nuvola nera: “Fuori c’è acqua e a casa manca l’acqua”.
“Mi asciugo un po’ e la compro”.
“Acqua minerale, mi raccomando, non acqua di mare”.
“Ok!”
Sono fiducioso. Con questo clima un giorno o l’altro pioverà acqua minerale, con incluse le divertenti bollicine. E, sommersi, impazziremo per la grande conquista.
Raimondo Moncada
(Titolo: Acqua per ogni stagione, da Poesie Senza Tempo)
P.S. Foto con i capelli di qualche anno fa.
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