Quel suono di Natale


Sto cercando di entrare nel clima natalizio. Ovunque, da giorni, a novembre, vedo addobbi scintillanti di ogni tipo e pure con imperdibili sconti. Ma mi sembra così lontano il sentimento natalizio, quella sensazione di sentirsi completamente distante da attrazioni magnetiche da black friday e immersi, avvolti, coinvolti, presi, rammolliti, inteneriti, squagliati, sintonizzati, con una misteriosa musica dentro che si sprigiona da ogni singola cellula fisica e non fisica e che si accorda alla musica che risuona nelle cellule delle persone che incontri per le vie, per le piazze, ovunque, sotto luminarie, negli angoli più remoti, ed è un accordo unico, speciale, con una melodia che viene da lontano, arrivata a noi dopo secoli e secoli di attraversamenti, passando per i corpi e gli spiriti dei nostri genitori, nonni, bisnonni, avi la cui conoscenza e vicinanza perdiamo nella storia di oltre duemila anni. 

E chissà chi è stato il primo uomo e chi è stata la prima donna col mio stesso Dna ad avere dentro questo suono misterioso e a riverberarlo nel tempo, nell’universo senza fine, con le luci da cometa sempre accese a rischiarare la profondità del nostro sguardo penetrante nel buio dell’infinito dello sconfinato spazio che ci sta attorno ad acquario e di cui ognuno è atomo che vive e che fa vivere come in un’orchestra, suonando il proprio strumento. 

Buon Natale a tutti. Adesso. E per sempre. 

Raimondo Moncada

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