Esondano fiumi, si allagano città, campagne, aeroporti, da Nord a Sud. La pioggia unisce l’Italia, ci rende uguali nella fragilità, nella paura, nei danni, nel dramma: tutti sott’acqua.
Nessuno potrà più offenderci dall’alto di un piedistallo e dire: “Quelli del Meridione che hanno devastato il territorio con il cemento, che non sono riusciti a realizzare opere di salvaguardia, che…”.
Nessuno ha più alibi. E tutti abbiamo colpe. Si vede dalle immagini fotocopia, provenienti da aree sviluppate e da quelle meno sviluppate.
Il clima è cambiato perché lo abbiamo cambiato noi, noi ospiti umani di questa porzione di universo. E ora il clima ci schiaffeggia con violenza, travolgendoci con acqua che da noi al Sud dovrebbe essere solo manna dal cielo. E invece ci fa palpitare, ci rinchiude in casa, portandoci quasi a sperare che non piova più, dopo che non ha piovuto per mesi e mesi e mesi assetando popolazioni e coltivazioni e prosciugando quasi tutte le riserve d’acqua.
Abbiamo sfidato sciaguratamente la natura credendoci superiori, onnipotenti e la natura ogni anno ci chiede il conto. E ogni anno non può che peggiorare.
Maltempo senz’acqua e maltempo con l’acqua. E gli invasi? Si saranno riempiti per decretare finalmente la fine della grande sete in alcune aree della Sicilia? O dobbiamo sperare che piova ancora?
Oggi, intanto, mi sono svegliato con un bel sole. Altri sotto l’acqua, nel fango, e nei piani alti delle loro abitazioni.
Raimondo Moncada
Lascia un commento