“Centu coccia di pinzera”, perle poetiche di Enzo Argento

“Centu coccia di pinzera”. È il titolo dell’ultimo libro del poeta raffadalese Enzo Argento. È edito dal Centro Culturale “Semina Verbi” di Agrigento, col patrocinio della Capit (la Confederazione di Azione Popolare) presieduta a livello provinciale da Giuseppe Sicurello.
L’opera viene presentata per la prima volta al pubblico sabato 20 aprile 2013, nella sala auditorium del Palazzetto dello Sport di Raffadali, in via Porta Agrigento, con inizio alle 17,30.
A coordinare l’incontro è il regista Enzo Alessi. A leggere le liriche Raimondo Moncada e Lucia Alessi. Im programma l’esibizione del gruppo musicale diretto dal maestro Filippo Ragusa.
Relazioni del dirigente scolastico Anna maria Sermenghi, del professore Stefano Milioto, del sacerdote Stefano Casà, dello scrittore Alfonso Gueli.
Porteranno il saluto dell’Amministrazione comunale il sindaco Giacomo Di Benedetto e l’assessore alla Cultura Giuseppe Pedalino.
Il libro di Enzo Argento ha trovato ampi consensi per la forza dei versi, l’espressività del linguaggio siciliano, le emozioni che riesce a suscitare.  
Cento le poesie raccolte in un volume che si avvale della prefazione della preside Anna Maria Sermenghi, di un’intervista dello scrittore Alfonso Gueli, della copertina del pittore Filippo Tarallo. L’opera contiene un accurato glossario della ricercatrice Tonina Rampello, presidente dell’Accademia Teatrale di Sicilia.  
Tonina Rampello raccoglie dai vari versi di Argento delle perle liriche, in “Cocci di puisia”, e dà una testimonianza finale all’opera. “Leggere le poesie di Enzo Argento – scrive Tonina Rampello – è scoprire un mondo antico che non c’è più. Viene fuori una sicilianità scarna, come senso naturale delle cose. Il suo è un bisogno psicologico ,culturale ed esistenziale di tenere in vita le proprie radici antropologiche. Egli esprime il canto dell’uomo, che stenta la propria vita , che contempla la natura e da essa è in essa si rigenera. Poesia dell’isola-mondo e del mondo stesso come isola in cui si vive, si ama, si patisce e gioisce, si muore: isola-vita che sa farsi poesia universale”.
Scrive Anna Maria Sermenghi nella prefazione: “Centu coccia di pinzera sono il centellinarsi lento di un’esperienza, che nasce e vive col poeta, sono i tanti frammenti della ricerca di un uomo che continua a credere negli affetti, ad amare la natura, a sognare l’incanto della propria terra e di un poeta che continua a sentire i battiti del suo cuore, trasformando in versi malinconici i grandi sorsi di amarezza del destino e quelle dolcissime gocce di vita che scolano dallo scorrere dei nostri anni”.
Il poeta Enzo Argento chiude il libro inserendo nella quarta di copertina questi versi: “Le parole-mine che spaccano  le pietre, le parole esplodono in cielo e generano discorsi; a te si aggrappano creando nuove immagini poi ti stordiscono posandosi davanti con musica, colori e odori vari…”.
“Per Enzo Argento, – scrive Enzo Alessi – questo nuovo libro (segue “Pensieri graffiati” e “Radichi di paisi” ) è la conferma di una dimensione di grande respiro poetico. Non c’è concorso poetico dove Argento, partecipandovi, non abbia vinto. Maestro del verso, padrone di un linguaggio forte e ricercato il Nostro ha raggiunto l’apice della poesia in siciliano e “stringe la mano” a Buttitta, Alessio Di Giovanni, Guglielmino, Di Marco e diversi altri che sono la storia della poesia dialettale della nostra isola”.         

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