L’arancina femmina è più bona dell’arancino maschio

Arancini 
Ho sempre detto arancina, al femminile:
– Mi dia un’arancina. 
– Vuole l’arancino con la carne o con prosciutto e mozzarella? 
Dubbi su dubbi, anno dopo anno, fino ad andare in confusione. L’acme l’ho raggiunto con l’uscita del libro del mio conterraneo Andrea Camilleri “Gli arancini di Montalbano”. 
Arancini? Come arancini? 
Certo, non potevo presentarmi in libreria a chiedere “Le arancine di Montalbano” o avvicinarmi all’autore e incitarlo a autografarmi con dedica il suo “Le arancine di Montalbano”. 
E allora? Arancina o arancino? 
Ieri sera ho cenato con due arancine buonissime, come si vede nella foto. 

Partiamo intanto col dire che il sesso non dovrebbe cambiare il gusto di questa pietanza tipica della mia terra, la Sicilia. Dico non dovrebbe. Pensandoci bene, per un maschio siculo un conto è mangiare un’arancina e un conto è mangiare un arancino. Con l’arancino femmina c’è più gusto. Il palato prova più piacere. Così come per una femmina siciliana penso sia differente mangiare un arancino o un’arancina. 
Leggo per caso su Twitter della quarta “Sagra dell’arancino a Rosolini”. A Bologna trovo invece una rosticceria che si chiama “Arancina express”, al femminile (ma, aprendo il sito internet della rosticceria leggo nella homepage: “Arancina Express è una gastronomia e rosticceria tipica siciliana, specializzata in arancini”: la rosticceria ha il nome dell’arancina al femminile, la pietanza ha il nome dell’arancino al maschile). 

Approfondisco. Leggo che la Sicilia è spaccata in sue: quella orientale ha gli arancini, quella occidentale ha le arancine. Dunque secondo questa catalogazione, quelle muntuate (nominate) dall’empedoclino Andrea Camilleri dovrebbero essere arancine e non arancini come il suo fortunato libro “Gli arancini di Montalbano”. Ma le arancine diventano maschili se consideriamo il commissario Montalbano agire non più nella originaria Vigata ma nella televisiva Vigata. 
Un casino, dunque. 

Menù arancine 
Il nome di questo ben di Dio della cucina sicula dovrebbe derivare dal frutto dell’arancio (albero maschile), frutto che si chiama arancia (femminile). E gli sarebbe stato dato per la sua forma a palla e per il colore che richiama tanto l’agrume (non c’è solo la forma a palla, c’è anche quella conica: quella a palla è riso impanato con ragù oppure salsiccia oppure melanzane oppure salmone; quella conica è per la variante col prosciutto e mozzarella, almeno dalle mie parti: Sicilia orientale). 
Registro, in conclusione, un curioso fenomeno nelle aree geografiche dove per tradizione popolare L’arancina viene chiamata arancina, al femminile. Gli affamati quando si presentano in una qualsiasi rosticceria ordinano non l’arancina ma l’arancino, al maschile, per darsi un tono. Ma il tono, per fortuna, non cambia né il sesso né il gusto. 
Raimondo Moncada

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