25 agosto 2014. Parigi celebra il settantesimo anniversario della liberazione dall’occupazione nazista. Nelle vie della città, la ricorrenza viene da giorni annunciata con manifesti dove si vedono foto datate con parigine felici abbracciare un soldato e la scritta: “Liberation de Paris“.
In piazza, c’è un grande palco dove si esibiscono attori e cori, in un susseguirsi di momenti incalzanti che la pioggia battente non disturba.
L’amplificazione rimanda, per ravvivare la memoria, i rumori della guerra, le voci della liberazione con il discorso finale del generale De Gaulle: Parigi martirizzata, Parigi liberata.
La piazza è denominata Place de l’Hotel de Ville Esplanade de
L’ingresso è sul lato opposto della piazza, a Rue de Lobau.
A metà della sala al piano terra, è montato un lungo schermo. Scorrono immagini in bianco e nero da una parte e dell’altra. Vedi carri armati sotto
I soldati agli angoli delle strade mitragliano. Arriva su una jeep il generale De Gaulle a Montparmasse. Il generale tedesco Dietrich von Choltitz firma la resa, disattendendo gli ordini di Hitlerdi resistere e di distruggere la città. Poi le scene di giubilo della gente. I soldati tedeschi con le mani alzate e le bandiere bianche in mano che sfilano tra la folla. L’indomani la parata trionfale sugli Champs-Élysées fino all’Arco di Trionfo. Sfila il generale De Gaulle, gli ufficiali e i soldati francesi, i partigiani parigini con i mano cartelli “Liberation“. Ad applaudire una folla oceanica che grida: “Liberté! Liberté! Vive
Le bandiere tricolori, blu bianco e rosso, sventolano sugli edifici.
Immagino come doveva essere l’Italia nella primavera del 1945 e penso a quello che sarà il prossimo anno per l’anniversario del settantesimo della liberazione che si celebra ogni 25 aprile.
Penso inevitabilmente a mio padre, Gildo Moncada, agrigentino, giovanissimo partigiano in Umbria, sempre in prima fila col fazzoletto tricolore al collo e con la protesi di legno al posto della gamba mutilata.
Raimondo Moncada
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