Quando ci cadono a terra è la fine. Così pensa il pessimista. La fine, senza scampo. Non ci può essere scampo e non ci possono essere neanche prelibati scampi per il pessimista.
Il pessimista è così pessimista che pensa togliendo valore a ogni cosa e dunque sminuendo e sminuendosi. Sminuisce così il peso e la forma degli eventi, il peso e la forma di animali, cose e persone. Da quadrate diventano tonde e da tonde diventano quadrate.
Quando insisti e insisti, al pessimista non gliene fai cadere a terra due, come è nella natura delle cose e come è naturale che sia. Ma gliene fai cadere a terra solo la metà, stravolgendogli il metabolismo. L’altra metà rimane rabbiosamente attaccata per suscitare ancora più rabbia nel pessimista. E se al pessimista ne cade a terra solo una e non due, è la fine e non una mezza fine come la logica ci porterebbe a pensare.
Il pessimista non ha mezze misure, neanche per la buona salute del suo metabolismo. Non dire mai al pessimista che quella che gli è pesantemente caduta a terra è rimasta miracolosamente intatta, senza alcuna rottura. Fallo per il suo bene. Le ha già rotte abbastanza.
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