La forza di volontà, il credere in se stessi fino in fondo, l’amore e il sostegno dei genitori, l’energia che ti fa arrivare in cima all’Everest anche senza mani e senza corde.
Sfogliando oggi il giornale, una nuova storia mi ha colpito. Tanto. La leggo raccontata in quindici righe. Sono sufficienti. Il titolo lo prendo dal quotidiano la Repubblica: “Comunica solo con gli occhi, si laurea con lode“. È l’esemplare storia di Laura, ragazza di 23 anni, affetta da una malattia, la tetraparesi spastica, che dalla nascita le ha tolto l’uso delle braccia, delle gambe e della parola. Nonostante la malattia così invalidante, Laura è riuscita a scalare il suo Everest laureandosi all’Università Federico II di Napoli, facoltà di Matematica col massimo dei voti: 110 e lode.
La neo dottoressa ha risposto con gli occhi alla commissione d’esame. La mamma Antonella – apprendiamo – ha costruito alla figlia una semplice ma geniale ruota di cartone con indicate le lettere dell’alfabeto. Grazie alla ruota Laura riesce a comporre frasi, a esprimersi e a comunicare anche concetti complessi come quelli matematici.
La relazione alla tesi (sui policiclici!) è stata letta da una compagna di corso. Sullo schermo su cui sono state proiettate delle slide illustrative, alla fine è comparsa la scritta: “Grazie a tutti quelli che hanno reso possibile questo traguardo“.
Questa storia è straordinaria. Lancia un messaggio di speranza a tanti giovani che vivono simili situazioni. Ed è, comunque, uno sprone per tutti, indistintamente, in special modo per chi ha la tendenza ad arrendersi al primo, piccolo, ostacolo.
Si può!
Nella foto, gli occhi di un’opera in ceramica del maestro saccense Leonardo Fisco.
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