Mi fa impazzire chi fuma in moto. No mentre fa moto, ma mentre è sulla moto, sopra il motorino.
Che fuma?
Accende la sigaretta, accende la moto, parte, dà una boccata, aspira, riempie i polmoni, blocca il respiro, va in estasi, abbassa la mano sull’acceleratore del manubrio che tiene solo con due dita: il mignolo e l’anulare. Il pollice sta sospeso in aria per solidarietà nei confronti dell’indice e del medio che stringono la sigaretta.
Il fumatore motociclista ritorna a mettere in moto il respiro. Espira il fumo purificato dai polmoni: il catrame viene versato a mo’ di donazione al sangue, l’ossigeno viene invece ceduto all’aria aperta. Il catrame raggiunge per primi il mignolo e l’anulare che si stringono di più la sigaretta.
C’è una curva. L’imbocca. Esce. La scia fumante della sigaretta prende la tangenziale. Sul rettifilo, il fumatore motociclista rialza la mano e si porta in bocca quel che rimane della sigaretta: un ricordo del filtro, protetto dal mignolo e dall’anulare, arsi vivi, dal tabacco ardente. Il fumatore motociclista ha il callo dell’artista, un callo ignifugo, però, come la divisa dei pompieri.
Si ferma al primo semaforo rosso. Dietro si forma una lunga fila di macchine con gli acceleratori a tavoletta per ripartire al semaforo verde. Il motociclista fumatore approfitta della sosta lampo per uscire dalla tasca posteriore del pantalone di pelle il pacco di sigarette schiacciato dal peso e aromatizzato dal sudore, comprato poco prima di mettersi in moto. Col casco a protezione della testa, imbocca un’altra sigaretta. L’accende, chiude gli occhi ne aspira il contenuto a pieni polmoni.
Il semaforo si fa verde. Ma il motociclista fumatore non lo vede, ha gli occhi chiusi ed è in orgasmo. Sente solo mille clacson di automobilisti che gli stanno dietro a bestemmiare. Esce dall’orgasmo e apre gli occhi. Il semaforo si fa rosso e il motociclista scatta, fregando tutti alla ripartenza, accelerando ancora con il mignolo e l’anulare e alzando per istinto il medio. In lontananza, non sente né i clacson, né le bestemmie, né i “Cornuto! Cornuto!” gridato in coro con la speciale direzione di un direttore d’orchestra trovatosi lì solo per caso.
Il motociclista fumatore, durante l’estasi, pensa a come sarebbe bello avere tra gli accessori della sua moto un bel posacenere da manubrio dove poggiare la sigaretta mentre è in viaggio a duecento chilometri orari. Permetterebbe di riciclare i filtri usati solo per una boccata; e permetterebbe di non gettare i mozziconi per le strade urbane e per le poco ignifughe strade di campagna.
Raimondo Moncada
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