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Il viadotto Morandi e Agrigento |
Dal ponte chiuso al Caos. Il traffico è sempre stato al centro dei nostri pobblemi. Oggi ancor di più e non per le imminenti elezioni amministrative quando i pobblemi proliferano e pullulano le soluzioni.
I soldi per le soluzioni? Non è un pobblema come, al contrario, lo è sempre stato la mia vecchia periferia. Ma, per fortuna, negli anni, non ci hanno messo mano. Così, quando mi capita di fare ritorno alla mia casa non troppo romita del Villaggio Mosè trovo ad aspettarmi non Luigi Pirandello ma il luogo da me vissuto dall’età di cinque anni e mezzo. Nnuccenti!
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La scuola elementare “De Cosmi” del Villaggio Mosè |
Il Villaggio Mosè, venuto per me dopo il natio quartiere di San Giullà nella elevata Girgenti, lo trovo tale e quale, come la trasmissione televisiva dei doppioni (di diverso ci sono più edifici e di diverso non c’è più il sacro edificio della chiesa “Cuore Immacolato di Maria”dove mi sono fatto la prima comunione, perché buttato giù per irreparabili lesioni alla struttura in cemento armato e mai più ricostruito; le funzioni religiose si svolgono nell’attiguo teatro proprio di fronte la mia scuola elementare De Cosmi qualche anno fa oggetto di ristrutturazione grazie al contributo di un privato).
Ma non tutti i mali vengono per nuocere. Dal “Morandi”, porca miseria!, si godeva ad esempio di una vista spettacolare della mia Agrigento con le sue vecchie e minuscole case in pietra coperte qua e là da palazzoni di cemento armato (sembriamo in guerra!). Non parlo del grande Gianni, Giani Morandi, ma del piccolo viadotto che da decenni collega la città di Andrea Camilleri alla città di Luigi Pirandello. È stato chiuso per ragioni di sicurezza seguendo lo stesso destino di altri ponti: ci stanno lasciando uno dietro l’altro.
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Il viottolo della Casa Natale di Pirandello in contrada Caos |
La modernità lascia il posto all’antichità e alla natura.
Il viadotto “Morandi” dovrebbe essere ristrutturato. Però, se non si trovano i soldi, meglio abbatterlo ha proposto già qualcuno. Ma per abbatterlo ci vorrebbero più soldi dicono altri.
Intanto, non si passa. Si dovrebbero saltare le transenne con le macchine come al circo. E gli automobilisti non possono più in pochi minuti passare da Porto Empedocle (il vecchio molo di Girgenti) ad Agrigento (l’attuale vecchia Girgenti).
Ci rimarrà la foto che pubblichiamo in anteprima a futura memoria.
Però il percorso alternativo (sta diventando troppo di moda in Sicilia negli ultimi tempi), non è niente male: contrada Caos, Casa Natale dell’amico Luigi (parlo di Pirandello), Valle dei Templi, accompagnati dall’odore delle spume del mare aspro africano. E quando si scollina, dopo Villaseta, in prossimità del profumato giardino della Kolimbetra, immerso tra gli odori selvaggi e la cruda campagna di fiorellini schivi, c’è la visione unica dei templi allineati: l’Ercole, il Concordia e il Giunone.
Una magia! Antonio Agnello, su Facebook, mi suggerisce un punto preciso dove si può godere di un perfetto allineamento dei tre templi che è “da sindrome di Stendhal”.
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La Valle dei Templi di Agrigento |
Ti viene di fermarti in mezzo alla strada, posteggiare la macchina sotto uno dei filari dei fichidindia a disposizione e, con tutte le spine addosso che non si levano neanche con la raspa, rimanere piantati sull’asfalto nero, immobili, a estasiarsi delle meraviglie della storia e della sensibilità di un popolo di duemila e cinquecento anni fa. Pure le tombe ai tiranni sono fatte con gusto (immagino le delicate frustate agli schiavi di allora per il sepolcro di Terone!).
Poi il frastuono di mille clacson in fila indiana ti risvegliano (ti sei addormentato in mezzo alla strada). Prendi coscienza che sei un dannato pendolare. Ti accorgi che, camurria!, è tardi e che devi metterti in fila alle altre auto imbucate su questa piccola strada prima poco trafficata o poco conosciuta e ora percorsa dopo la chiusura del ponte Morandi. E ti affretti, con l’ansia dell’orario, accelerando, affumando di smog il motociclista che ti sta dietro e che ti sorpasserà mannaggia a lui! salendo di gran corsa, per la passeggiata archeologica, fregandotene del nuovo ponticello che ora collega il tempio di Ercole con il Tempio di Giove. Cerchi di arrivare non troppo in ritardo in ufficio o a scuola o all’appuntamento e soprattutto di arrivare prima del collega del vicino del cliente di tutti gli altri e trovare un posteggio libero o un posto sopra un’altra auto se non è già occupato.
Raimondo Moncada
www.raimondomoncada.blogspot.it
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