Io non sono Facebook.
Quello che appare o non appare sul social è solo una parte infinitesimale di me che è poi una sua insignificante rappresentazione e non l’essenza.
Andando al “se non”…
Se non pubblichi foto di morti, non vuol dire che sei indifferente o meno insensibile di chi pubblica cadaveri.
Se non pubblichi foto di cacca che galleggia sulla superficie del mare, non vuol dire che sei cieco e interiormente profumato.
Se non pubblichi l’immondizia che tuoi simili lasciano sugli scalini della chiesa che frequenti, non vuol dire che non hai senso civico.
Se non pubblichi commenti rabbiosi, non vuol dire che non sei incazzato.
Se non rispondi per le rime non vuol dire che sei un poeta scemo, codardo, fallito.
Se non pubblichi commenti infelici, non vuol dire che non vivi momenti di lancinante tristezza nella tua solitaria intimità.
Se non pubblichi commenti di condanna, non vuol dire che non hai fame di sollecita ma giusta giustizia.
Andando al “se”…
Se pubblichi foto di tragedie, non vuol dire che sei empatico, solidale, altruistico, santo.
Se pubblichi foto di condanna non è detto che sei innocente o più bravo.
Se pubblichi battute comiche non vuol dire che sei solo divertente.
Se pubblichi prati verdi, mari, spiagge esotiche, palme col medio alzato al punteruolo rosso, non vuol dire che sei felice.
Se non pubblichi cose brutte, non vuol dire che nella tua vita esiste solo la bellezza.
Se pubblichi non vuol dire che sei solo quello che pubblichi.
Se condanni gli insulti con gli insulti, la violenza con la violenza, mi è sfuggito qualcosa.
Andando al “puoi”…
Puoi essere infelice e pubblicare piattoni di pasta ai frutti di mare, immersioni in vasche idromassaggio, nuotate negli azzurrissimi fondali marini con i delfini, lanci con gli amici sugli scivoli d’acqua schizzante.
Puoi essere un ateo e pubblicare immagini sacre.
Puoi pubblicare immagini sacre e non comportarti da religioso nella vita reale, intendo quella in carne, ossa e spirito.
Puoi essere depresso e pubblicare vasi con fiori o frutta, paesaggi mozzafiato con arcobaleni, coppie di innamorati che si abbracciano.
Puoi essere ignorante e pubblicare colte citazioni.
Puoi essere un mafioso e pubblicare link di condanna alla mafia.
Puoi mostrarti come il migliore marito, il migliore padre, il migliore guru, il migliore di tutto, con parole, foto e omissioni, ed essere intimamente un bastardo.
Puoi mostrarti al centro di una folla plaudente e non valere niente.
Possono mostrarti deriso, senza pubblico, senza seguito, ed essere un grande artista.
Puoi mostrarti attivo, impegnato, e dormire tutto il giorno.
Puoi essere morto e risultare col profilo Facebook attivo.
Puoi essere vivo e risultare morto.
Puoi chiamarti Ermenduro nella vita reale e registrarti come Raimondo in quella virtuale.
Io non sono Facebook. Sono molto, molto di più.
Raimondo Moncada
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