Prima o poi scoppiano. E noi scoppiamo con loro. Le pentole si sentono dentro troppa pressione: “Rischiamo di fare il botto, ma quest’anno è vietato. E al danno aggiungeremmo la beffa con una multa salata e si sa che il sale si butta pure per la pressione. Un circolo vizioso. È come il cane affamato che si mangia la coda e gira anche dopo mangiato”.
La protesta delle pentole si potrebbe allargare alle padelle e alle braci, incazzate nere come il carbone, ardente come la pasta romana. Ma si teme un ulteriore allargamento a macchia d’olio, prodotto fresco di stagione sempre col dubbio, però, dell’extravergine: chi controlla?
Al cuppino è già arrivato l’ordine: “Arriminati”.
Alle forchette l’invito a immischiarsi.
Alle loquaci palette, il monito a girare la frittata che ormai è fatta.
Alle pepiere di dare più pepe alle parole.
Prima dello scavallamento al 2016, saranno ore roventi con l’impossibilità in tanti luoghi di augurare un nuovo anno col botto. E in una terra ormai surriscaldata pure negli animi, gli unici a farne le spese non saranno le eterne massaie ma i gracili agnellini portati da snaturata madre natura al biblico sacrificio di essere mangiati come i porci dalla festeggiante umanità in tutti e quattro gli angoli del rotondo pianeta.
Raimondo Moncada
www.raimondomoncada.blogspot.it
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