Si corre ai ripari dopo la tempesta abbattutasi sull’allenatore del Napoli Maurizio Sarri per lo scontro verbale con l’allenatore dell’Inter Roberto Mancini avvenuto nella partita di Coppa Italia giocata al San Paolo. Si invoca unanimemente il fair play linguistico oltre che fisico. Niente più calci con la lingua, insomma, in campo, nelle panchine, nei tunnel che conducono negli spogliatoi, sugli spalti, nei salotti e nei bagni di casa.
L’Italia ci guarda, il mondo ci guarda, i bimbi ci guardano. E, da persone anagraficamente mature, dobbiamo essere un esempio anche per ciò che ci esce dalla bocca oltre che per quello che fanno piedi, gomiti, mani, dita e unghie. Fair play sia dei giocatori, sia degli allenatori, sia dei tifosi.
Una regola deve innanzitutto essere introdotta con immediatezza: Via le mani dalla bocca quando si parla. È forte maleducazione parlare coprendosi con le mani!
Ritorniamo al passato quando, seduti comodi sul divano, si giocava a leggere il labiale di giocatori e allenatori con le moviole, vedendo e rivedendo il movimento delle labbra e interpretando ognuno il concetto espresso: “Tua sorella è una brava ragazza!”, “Anche tua madre, se è per questo”.
Poi devono essere vietate parole come “porco”, “vai a cagare” e altre espressioni colorite riferite ad animali o a bisogni corporali perché uno può essere vegano o stitico.
Devono essere vietate parole discriminatorie come: “Sei senza capelli”, “Hai troppi peli”, “Vesti male”, “Sei troppo elegante”, “Hai il naso peggio di una patata”, “Sei basso”, “Sei alto”, “Sei largo”, “Sei stretto”.
“Hai mangiato troppo” è da considerare da squalifica a vita.
Devono essere vietate le pernacchie e i gesti a forma di ombrello. La pioggia non sarà una giustificazione.
Devono essere vietate parole che fanno riferimento al cielo e all’universo.
I divieti debbono valere per tutti gli esseri umani presenti allo stadio: calciatori, allenatori, collaboratori, arbitri, tifosi. Considerato che nello stadio ci vanno fino a 100 mila persone e non è pensabile controllare uno per uno nei novanta minuti perché ci vorrebbe una stretta marcatura a uomo, ogni tifoso sarà costretto a portare al collo un microfono collegato a un sistema informatico antioffensivo. A partire dal prossimo campionato, ogni iscritto alle società sportive (tecnici e giocatori) si dovrà fare operare, ma non per il cambio del sesso. Si dovrà fare inserire sotto pelle, ai bordi della bocca, un microchip che registra le intenzioni offensive di ognuno. Utilizzando speciali programmi all’avanguardia, speciali ricettori coglieranno ogni sbalzo emotivo allertando una postazione esterna medico arbitrale che, a sua volta, invierà all’interessato apposite stimolazioni neuroelettriche che inibiranno l’intenzionale offesa verbale costringendo il potenziale oltraggiatore ad articolare frasi del tipo: “Ti amo”.
Raimondo Moncada
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