Entri in un locale e ti accoglie un esercito di occhi spianati.
Chi ci fu? Ti chiedi.
Noti che c’è una differenza di pelle, la mia è più matura. Ho almeno il triplo dei loro anni. Ti metti in fila come loro e come loro hai il cellulare in mano, collegato a Facebook e pronto con la foto da postare su Instagram. Non ho però le cuffiette alle orecchie e lo zaino.
Loro sono in comitiva, io sono solo, ma abbiamo la stessa fame che ci unisce ma anche un’area del cervello che dentro conserva la memoria di quell’età.
Mi siedo. Non mi guarda più nessuno. E io mi sento giovane, giovane senza alcuno sforzo. Lo sforzo lo farò sicuramente stanotte o domani notte o nel fine settimana per digerire il panino ordinato nel locale dei giovani. È un panino diverso da quello dei miei tempi, diciamo più pesante. Già lo sento, alzandomi dal banco.
Ce la farò. Sono ancora giovane.
Raimondo Moncada
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